A casa con il Covid senza andare nel panico. "Monitoraggio, cortisone e saturimetro"

Il dottor Luca Puccetti, segretario provinciale della Federazione medici generici, fa il punto con ‘La Nazione’ sulle terapie domiciliari per chi ha sintomi lievi: "Nel 90% dei casi la malattia si risolve spontaneamente salvo qualche misura. A cui pensiamo noi"

Un medico

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Finisce novembre e finalmente arrivano le linee guide nazionali per la gestione a domicilio dei malati di Covid: le ha approvate ieri il Cts della Protezione Civile, sebbene il documento debba essere ancora ritoccato. Un protocollo atteso dai medici di famiglia, rimasti a tratti sopraffatti in questi mesi dal gran numero di indicazioni diffuse, spesso contrastanti tra loro.

"Direi che le cose che si possono fare a casa, in caso di positività sintomatica, sono poche ma chiare. Nel 90% dei casi la malattia porta con sé sintomi lievissimi, che si risolvono spontaneamente se non con qualche misura di accompagnamento, come gli antipiretici", chiarisce il dottor Luca Puccetti, segretario provinciale Fimmg Pisa.

Rimane fuori un 10%...

"Sì, c’è una zona intermedia ‘grigia' dove è presente una gradualità di severità. In certi casi il paziente può diventare grave in poche ore, e la situazione da controllata può trasformarsi in drammatica, fino a portare al ricovero".

Cosa fare dunque per evitare l’aggravamento delle condizioni?

"Il primo alleato, in caso di saturazione bassa e difficoltà respiratoria, è il cortisone. Noi medici di famiglia ne consigliamo l’uso anche per chi manifesta questi sintomi in attesa della conferma diagnostica del tampone. I casi in cui prescriviamo cortisone prima dell’esito del test tuttavia sono sempre meno, perché grazie anche all’introduzione degli antigenici con risposta rapida la nostra ‘potenza di fuoco’ è migliorata".

Cosa si prevede invece per soggetti con patologie pregresse?

"L’antibiotico può essere somministrato quando è presente il rischio concreto di sovrapposizione batterica: ad esempio in un soggetto che soffre di bronchite cronica o patologie simili. Di per sé non cura il Covid, ma evita un aggravamento se ci sono fattori di rischio pre-esistenti a livello polmonare. L’uso dell’eparina è consigliato soprattutto nei soggetti più fragili: allettati, anziani, chi ha problemi a livello cardiovascolare".

E per quanto riguarda l’ossigenoterapia?

"Sicuramente utile e necessaria quando c’è insufficienza respiratoria: noi medici siamo pronti ad utilizzarla quando lo riteniamo necessario. Anche la nostra categoria è chiamata ad un impegno importante: fare sempre la scelta terapeutica giusta al momento giusto. Non dobbiamo mandare pazienti in ospedale se non c’è bisogno, ma nenche farli ricoverare troppo tardi".

Consiglia l’acquisto di un saturimetro?

"Assolutamente sì. Ma attenzione, perché sul mercato se ne trovano tanti validi e altri molto meno. Meglio comprarli in farmacia, oppure online dopo aver però letto attentamente le caratteristiche del prodotto".

L’uso di integratori o vitamine è consigliato?

"Non ci sono dati a riguardo nella letteratura scientifica al momento. Si stanno accumulando tanti lavori che guardano solo alla fase ospedaliera, ma di studi attendibili sul trattamento dei pazienti che non hanno bisogno di ricovero ancora non se ne vedono. Certo ciò che può rinforzare l’organismo è sempre utile: prodotti come lo zinco e le vitamine hanno effetti collaterali nulli. Ripeto: rimane da chiarire se possano svolgere un ruolo attivo nel combattere il Covid".

Esempio pratico: al risveglio la mattina ho la febbre. Mi devo preoccupare?

"La febbre da sola non giustifica immediatamente un intervento farmacologico pesante. Soltanto se si presentano altri sintomi deve accendersi il campanello di allarme: tosse forte e saturazione che scende, una condizioni generale di forte debilitazione. A quel punto bisogna intervenire per evitare complicazioni".