Pisa, 23 novembre 2013 - UN ANNO zero per la Scuola Sant’Anna, il primo del rettore Pierdomenico Perata. E la parola chiave sarà «razionalizzazione». Delle sedi e dei costi. Una discontinuità, sottolinea Perata, «data dal contesto, che è molto più complesso e che ci obbliga a fare delle scelte».

L’ultima, in ordine di tempo, è stata fatta dal Senato Accademico che ha deliberato il taglio del 5 per cento di tutte le indennità di carica. Dal 2014 inoltre nel caso di doppia carica, verrà riconosciuta una sola indennità e a chi, come ad esempio presidi e rettore, è titolare di un’indennità non sarà riconosciuto il gettone di presenza. Ma anche chi lo prenderà si vedrà il compenso fortemente ridimensionato: i gettoni di presenza passano infatti da 150 euro a 30, il minimo previsto dalla legge.

Gettoni ridotti anche per i membri del Consiglio di Amministrazione e scure (riduzione dell’80%) sulle spese di rappresentanza del rettore. «Tutto questo ci ha permesso di non toccare i servizi agli studenti — spiega Perata —: restano inviariate le borse per i dottorandi e gli assegni di ricerca».

LA STESSA logica di ottimizzazione delle risorse è applicata agli investimenti sulle strutture. E l’esempio più eclatante è il maxi campus che sorgerà a San Giuliano Terme. «Lì si concentreranno le attività di ricerca consentendo di guadagnare in efficienza e risparmio. Un esempio semplice: se si hanno dieci sedi servono dieci portinierie, così ne basterà una sola».

Questo però non vuol dire, come in molti temono o hanno ipotizzato, che la Scuola Sant’Anna lascerà Pisa. «Assolutamente no — chiarisce in modo netto il rettore —. Né lascerà Pontedera o Livorno. Stiamo investendo nell’area del Cnr dove, oltre al campus, stiamo realizzando una nuova ala del Tecip (un laboratorio a camere bianche dove non si accumula polvere dove si lavorerà per realizzare una nuova generazione di chip, ndr). Ma questo non significa che ‘smonteremo’ il polo della Valdera: semplicemente sarà sempre più focalizzato sulla robotica. Già in passato il laboratorio Retis (informatica) ha lasciato Pontedera per San Cataldo e il Percro (tecnlogie della comunicazione) si è trasferito a La Fontina. Ma negli spazi lasciati vuoti è entrato l’Iit di Genova che collabora con la Sant’Anna. Stesso discorso vale per Livorno dove resterà la robotica marina».

IN CITTA’ invece saranno dismessi alcuni edifici minori ma resteranno la sede centrale, palazzo Toscanelli in via Santa Cecilia, tutti i collegi e la sede dell’alta formazione di via Cardinale Maffi. «In via Vernagalli (vicino alla Mattonaia, ndr) stiamo ristrutturando un edificio che nel 2014 ospiteràm l’istituto Dirpolis, giurisprudenza e scienze politiche».

Non rientra invece in questa riorganizzazione Santa Croce in Fossabanda, diversamente da quanto gli studenti avevano lasciato trapelare nella loro protesta di qualche giorno fa. Su questo il rettore Perata è chiarissimo: «Non siamo interessati. E io non ho partecipato a nessun incontro. La Sant’Anna ha una foresteria, con sei camere, ed è sufficiente. Non abbiamo in programma di crearne un’altra. Peraltro la legge ci impedisce di acquistare immobili, e abbiamo limitazioni anche sugli affitti. Quindi anche se volessimo, e non vogliamo non avendone necessità, non potremmo acquisire Santa Croce in Fossabanda». Più chiaro di così.

E la stessa posizione l’aveva espressa la Scuola Normale: nell’intervista rilasciata a La Nazione. il direttore Beltram aveva spiegato che in passato Santa Croce in Fossabanda era stata valutata come opzione per farne dei collegi per gli studenti, «ma non siamo arrivati a una conclusione in tempo e la legge ora rende sostanzialmente impossibile per le pubbliche amministrazioni comprare immobili».

Rapporti, quelli tra la Normale e la Sant’Anna, che andranno via via rafforzandosi: per la prima volta quest’anno le due eccellenze pisane faranno l’attività di orientamento all’università tra gli studenti delle superiori. Le rivoluzioni partono sempre dai dettagli.

Cecilia Morello