Pisa, 10 maggio 2012 - FARE impresa in tempo di crisi è difficile, ma non impossibile. Lo dimostrano sei ingegneri dell’Università di Pisa, tutti rigorosamente di età compresa tra i 27 e i 35 anni, che da un’idea nata studiando in laboratorio hanno deciso di immettere sul mercato capacità tecniche, coraggio e inventiva con un progetto tutto loro. Così un anno e mezzo fa nasce Pitom, l’unica start-up italiana in grado di sviluppare veicoli completamente autonomi nei tre scenari aria-acqua-terra.

Pitom trova terreno fertile per svilupparsi all’interno dell’incubatore del Polo Tecnologico di Navacchio alla fine del 2011. E ieri, a distanza di pochi mesi, i sei ingegneri hanno presentato il loro primo prodotto. Si chiama «piShip», un’imbarcazione totalmente automatica in grado di muoversi sulle superfici acquatiche per effettuare operazioni di ispezione visiva ed analisi chimico-fisiche ambientali. Un metro di lunghezza e una capacità di carico di circa 15 chili che permette a questa straordinaria imbarcazione di essere trasportata con estrema facilità e di essere equipaggiata con strumentazioni di varia natura. Pur essendo totalmente autonoma, è dotata di un sistema di radio-sorveglianza che le permette in ogni situazione di essere monitorata da una postazione a terra per ragioni di sicurezza.

«LE APPLICAZIONI sono notevoli — spiega Roberto Mati, 35 anni, ricercatore all’Università di Pisa e capofila del team che ha sviluppato il progetto —, dall’impiego ambientale che le permette di monitorare e acquisire dati delle qualità dell’acqua o sulla presenza di eventuali inquinanti chimici, al supporto nelle operazioni di ricerca e soccorso in mare fino alla produzione di video e documentari per realizzare filmati in situazioni impervie o di estrema pericolosità per l’incolumità umana. Abbiamo pensato a un prodotto così innovativo — sottolinea il giovane ingegnere — proprio perché crediamo che grazie alla sua versatilità possa incontrare un’effettiva domanda da parte di tutti quegli enti pubblici o privati che abbiano necessità di acquisire dati ambientali nella massima sicurezza ed automazione».

Ma la squadra di Pitom non si ferma qui, anzi. In cantiere i progetti sono tanti e le idee non mancano affatto. «Questo è solo il primo dei tanti — assicura Mati — stiamo pensando anche alla realizzazione di elicotteri multi-rotore che si occupino delle operazioni di ricerca, soccorso e monitoraggio ambientale per via aerea».

DIETRO a tutto, come detto, sei under 35 che hanno deciso di lanciarsi in un’avventura, nonostante i tempi che corrono. Tra loro alcuni hanno oltrepassato i confini italiani per studiare, in particolare andando in America, ma poi hanno deciso di mettersi in gioco nel nostro Paese. «Sicuramente negli Usa c’è un approccio diverso nei confronti dei giovani che vogliono fare impresa, ma la voglia era quella di tornare a casa facendo tesoro delle esperienze acquisite all’estero, infatti alcune di queste tecnologie erano impiegate in campo militare dall’esercito americano e israeliano e noi abbiamo deciso di riconvertirle in ambito civile. Sicuramente a Pisa la struttura del Polo Tecnologico di cui facciamo parte ci ha dato una mano notevole».