Pisa pronto per la ripresa degli allenamenti, ma nel calcio regna incertezza

Il Pisa lavora a una ripresa in tre passaggi, dopo aver sanificato campi e strutture. La ripresa di allenamenti e campionato però è avvolta ancora nel mistero.

Il tecnico Luca D'Angelo

Il tecnico Luca D'Angelo

Pisa, 28 aprile 2020 – I nerazzurri sono pronti ad affrontare la fase 2, dopo aver preparato e sanificato campi di allenamento e le strutture che saranno utilizzate per la ripresa degli allenamenti. Il Pisa lavora infatti una ripresa in tre passaggi. Il primo sarà quello di capire come far rientrare e riunire gli atleti, alcuni dei quali non si trovano a Pisa. Il secondo passaggio sarà quello dei test medici, ma anche questo è un rebus da risolvere, dato che lo stesso Ministro ha definito “non sufficienti” i parametri dei protocolli medici, quando invece tutte le squadre e la commissione medica aveva fatto presente, al contrario, che le direttive emerse fossero in realtà troppo stringenti per permettere una ripartenza. Il terzo passaggio sarebbe chiaramente quello degli allenamenti, individuati al momento a porte chiuse all’Arena Garibaldi. Il Pisa potrebbe essere già pronto logisticamente, ma resta la spada di Damocle di un’incertezza che a questo punto mette a rischio tutta la stagione sportiva. La fase 2 infatti è avvolta ancora da mille punti interrogativi. Lo sport e il calcio restano ancora alla finestra. Gli allenamenti del calcio nei centri sportivi potrebbero ripartire dal 18 maggio, ma è ancora tutto in forse. "Per il momento partiremo con gli allenamenti per gli sport individuali, non di squadra – ha rivelato il Ministro Spadafora, gelando il calcio - Per questi ultimi dovremo arrivare al 18 e vedere se ci saranno i necessari protocolli di sicurezza". Quindi? Forse sì, forse no, nessuno lo sa. Nel frattempo è cresciuto anche il fronte dei no alla ripartenza del campionato. Alcuni presidenti, non solo quelli che vogliono evitare di retrocedere, stanno pensando, facendosi i conti in tasca, che forse potrebbe valere la pena chiudere qui il campionato. Ecco che a Livorno e Cosenza, si sono aggiunti anche Perugia e Venezia, mentre ci sono alcune squadre che tentennano come lo Spezia o la Juve Stabia, ma anche il Frosinone sta valutando strade alternative. Ad esempio infatti il presidente Stirpe ha tirato fuori dal Noif l'art. 49. Infatti se i playoff non si potessero svolgere a causa di forza maggiore, varrebbe solo la regola generale, ovvero che “le squadre classificate al 18°, 19° e 20° del campionato della Serie A retrocedono in Serie B; le squadre classificate al 1°, 2°, 3° posto della Serie B sono promosse al campionato di Serie A”. Ognuno sta cercando di gettare l'acqua al suo mulino e anche la tenuta della Lega di Serie B, fin qui unita, inizia un po' a scricchiolare. C'è chi sta iniziando ad affilare la penna dei propri avvocati e chi ancora attende direttive da Figc e Serie A. Il Pisa si schiera dalla parte del presidente di Lega B Balata, con il presidente Corrado sempre più convinto di terminare la stagione. L'obiettivo? Evitare il bagno di sangue che finirebbe per alterare la geografia del calcio italiano. Michele Bufalino