"Palla a terra e osiamo''. La ricetta di Di Quinzio per vincere i play-off

Il trequartista: ''Non possono essere pienamente soddisfatto: sono venuto per andare in B e ancora non ci siamo riusciti''

Il centrocampista del Pisa Davide Di Quinzio

Il centrocampista del Pisa Davide Di Quinzio

Pisa, lunedi 15 maggio 2018 - «Sarei bugiardo, se dicessi che finora sono felicissimo della stagione: sono venuto a Pisa per vincere il campionato e salire in B e questo non è accaduto, ma andrebbe benissimo anche riuscire a centrare l'obiettivo attraverso i play-off». Parola di “DDQ10”, come recita il due aste tante volte esposto dai tifosi nerazzurri, ossia di Davide Di Quinzio. Il fantasista negli spareggi promozione vorrebbe vedere soprattutto un Pisa senza troppi condizionamenti mentali. «La posta in palio è di quelle importanti e, dunque, bisogna preparare ogni sfida nel migliore dei modi ma anche senza troppe zavorre psicologiche: dobbiamo scendere in campo liberi di testa e osare le giocate che sappiamo fare. Così possiamo far male a chiunque».

Teme che la paura possa condizionarvi?

«Non direi. Però quando la posta in palio e alta il rischio che possa venire un po' il braccetto del tennista c'è sempre e noi siamo una squadra che dà il massimo quando rischia qualcosa: abbiamo giocatori che hanno nel repertorio colpi importanti, capaci di determinare la partita. A patto, ovviamente, di osare. In questo senso sarà importante anche il sostegno del pubblico».

La tifoseria sarà l'uomo in più?

«Assolutamente. In particolare l'Arena Garibaldi deve essere il dodicesimo giocatore. Sappiamo che quest'anno, fra le mura amiche, non abbiamo dato tante soddisfazioni ai pisani che, giustamente, qualche volta ci hanno anche fischiato. Ma ai play-off gli chiedo di restarci accanto almeno fino al novantesimo: i brusii di disapprovazione o i fischi potrebbero condizionare un po' i compagni più giovani. Ci critichino pure, se ce lo meritiamo, ma al triplice fischio finale».

Al riguardo c'è un po' di rammarico per non aver sfruttato appieno il fattore campo?

«Inutile piangere sul latte versato. Complessivamente, se siamo arrivati terzi, vuol dire che ci sono almeno due squadre che hanno fatto meglio di noi. La stagione complessivamente non è stata brutta, ma io sono venuto a Pisa per vincere e, quindi, non posso essere pienamente soddisfatto. Adesso, però, dobbiamo pensare solo a prepararci nel modo miglior ai play-off ».

Crede cheil fatto di conoscere l'avversario che affronterete solo tre giorni prima della sfida, potrebbe essere un problema?

«Indubbiamente non agevola. Sapere il nome della squadra contro cui dovremmo giocare con un po' d'anticipo ci avrebbe consentito di preparare meglio la sfida. Ma il regolamento è questo e lo sapevamo fin dall'inizio della stagione. Peraltro noi dobbiamo pensare soprattutto a noi stessi: quando riusciamo ad esprimerci al meglio possiamo fare male a tutti».

Che cosa vi sta chiedendo Petrone?

«Soprattutto di giocare palla a terra e di fare la partita. E ha ragione: è il tipo di gioco migliore per valorizzare le nostre qualità».

Anche lei, pur non giocando nel suo ruolo, sembra trovarsi meglio.

«In effetti negli ultimi anni prima di venire a Pisa avevo sempre giocato da mezzala, ma con Gautieri l'ho fatto poco e con Pazienza ancora meno. Adesso sono impiegato sulla fascia sinistra, ma il mister mi lascia più libertà d'iniziativa: inoltre, puntando molto sul possesso palla, mi trovo decisamente meglio».

Il suo futuro sarà ancora a Pisa?

«Ne parleremo alla fine dei play-off, magari dopo averli vinti (sorride ndr). Io ho un altro anno di contatto e qua mi trovo benissimo. Se anche la società è contenta di me, sono felicissimo di restare. Altrimenti valuteremo insieme».