Calcio, Pisa: Marconi e la "proposta indecente" del Chievo

I clivensi vogliono Marconi dopo il gran caos-Obi, ma il giocatore rifiuta subito

Michele Marconi

Michele Marconi

Pisa, 26 giugno 2021 - Da 'nemico numero uno' a corteggiato speciale del mercato. Un tentativo andato a vuoto, anzi forse più una proposta indecente, di quelle destinate a fare rumore. Ieri pomeriggio, nel corso di una delle tante giornate, anticamera di un mercato che prenderà il via a luglio, è giunta una clamorosa indiscrezione destinata a suscitare più di una domanda sul ‘caso Marconi-Obi’. Stando a quanto emerge da ambienti vicini all’entourage del bomber nerazzurro Michele Marconi, il Chievo avrebbe fatto un sondaggio per portare a Verona l’attaccante nerazzurro.

IL CONTATTO E LA VICENDA - Un contatto con la società avvenuto nel pomeriggio di ieri e un secco rifiuto categorico da parte del calciatore, qualcuno giura anche con un certo sgomento. Come è possibile che proprio il Chievo, protagonista delle accuse di razzismo nei confronti dell’attaccante nerazzurro, voglia portarlo a Verona? Ripercorriamo la vicenda che da sei mesi tiene banco sull’asse Pisa-Verona. Prima le accuse di razzismo, per la presunta frase “La rivolta degli schiavi”, nel corso di Pisa-Chievo 2-2 del 22 dicembre scorso, che Marconi avrebbe rivolto nei confronti di Obi. Poi la sentenza di assoluzione da parte del tribunale federale nazionale, quindi la clamorosa condanna, in secondo grado, dalla corte d’appello federale a sezioni unite, con una mazzata di 10 giornate di squalifica, nonostante non esista alcuna prova tangibile che il calciatore abbia pronunciato tali frasi, se non le testimonianze, di parte, dei giocatori del Chievo, ma l’arbitro a un metro non aveva sentito niente e non aveva scritto niente sul referto. Alla base della decisione della Giustizia Sportiva ci fu infatti la decisione di passare "dal principio dispositivo del modello accusatorio, a quello inquisitorio". La differenza? Con il secondo il soggetto sotto indagine deve dimostrare di essere innocente e non l'accusa provare che è colpevole.

LA ROTTURA COL PISA - A gettare ulteriore benzina sul fuoco di questa vicenda la rottura tra il calciatore e il Pisa, poiché la società nerazzurra aveva messo il giocatore sul mercato e in più, data la sanzione disciplinare, come previsto dall’accordo collettivo, aveva chiesto una multa come riduzione di stipendio, la cui proposta è stata del 50%. Il giocatore, intento a dimostrare la propria innocenza ad ogni costo, fino all’ultimo grado di giudizio, per poter riabilitare la propria immagine dalle accuse di razzismo ha fatto depositare al proprio legale, Alessio Piscini, il ricorso al collegio di garanzia del Coni per la squalifica. Il legale è impegnato su due fronti, poiché sono state presentate anche le memorie difensive al collegio arbitrale per ciò che concerne la richiesta del Pisa di riduzione di stipendio. Il giocatore resta in uscita, corteggiato anche dall'Ascoli, e si lavora a un accordo tra le parti per liberarlo. Fa rumore quindi la richiesta del Chievo, attualmente in grave crisi finanziaria e a rischio iscrizione, di tesserare "l'arcinemico" Marconi, ma l'affare non si farà mai.