D'Angelo dixit. Fra battute sornione e scelte ardite: ecco perché il Pisa vola

A gennaio l'allenatore abruzzese ha rivoluzionato la squadra piazzando due trequartisti alle spalle del tandem d'attacco, un regista a fungere da difensore centrale e un'ala come terzino sinistro. E ora i nerazzurri non si fermano più

L'allenatore del Pisa Luca D'Angelo e, alle spalle, una coreografia della Curva Nord

L'allenatore del Pisa Luca D'Angelo e, alle spalle, una coreografia della Curva Nord

Pisa, 1 aprile 2019 - «Ora possiamo giocarcela anche con le migliorii e se non riusciamo ad arrivare nelle posizioni che una squadra e una piazza come questa merita, sarà solo colpa mia» aveva detto a gennaio dopo la sconfitta di Arezzo, in campionato l'unico ko del Pisa nel 2019, e prima dello scontro diretto con il Piacenza. Qualcuno aveva sorriso, altri pensato a una dichiarazione “strategica” per togliere un po' di responsabilità dalle spalle di Moscardelli e compagni. «Con i nuovi acquisti possiamo passare tranquillamente alla difesa a quattro: abbiamo gli interpreti giusti» aveva affermato, invece, qualche giorno prima. E contro il Siena, fra lo stupore di tanti, schierò Lisi terzino sinistro e De Vitis difensore centrale. Sicuramente c'è anche la mano del direttore sportivo Gemmi e della società nell'incredibile 2019 del Pisa (29 punti in 14 partite per una media di 2,07 a gara), che a gennaio hanno fatto investimenti importanti, e stavolta azzeccati, per allienare il Pisa al livello dello più forti. Soprattutto, però, c'è l'impronta dell'allenatore Luca D'Angelo. Che all'inizio dell'anno ha rivoltato il Pisa come un calzino: cambiando modulo in difesa, imbattuta da cinque partite consecutive, e schierando un trequartista dietro il tandem d'attacco. C'è innegabilmente il marchio del tecnico abruzzese nella rinascita nerazzurri, uomo mite e pacioso, ma anche schietto e trasparente nell'analis dei momenti attraversati dalla squadra. Non ha cercato mai scuse o attenuanti quando il Pisa ha subito qualche rovescio. Respingendo al mittente ogni possibile alibi: «Mi chiedete se la squadra può risentire della pressione di giocare davanti a sette mila spettatori? Se un mio giocatore mi dice una cosa del genere, gli suggerisco di cambiare mestiere» disse in uno dei momenti più grigi del Pisa, con la squadra che galleggiava fra l'ottavo e il decimo posto.

Da allora è trascorsa solo una manciata di mesi, ma di acqua ne è passata sotto i ponti. Dopo la vittoria di Chiavari contro l'Albissola, il Pisa è salito solitario al terzo posto in classifica, in quello che gli addetti ai lavori, solo qualche mese fa, indicavano come l'obiettivo massimo possibile per Gucher e compagni. Il secondo posto è ad appena una lunghezza di distanza, il primo quattro gradini più su e ci sono ancora cinque partite da giocare. Pisa sogna: inevitabile per una piazza che vive in modo viscerale il rapporto con la principale squadra del territorio e che sabato ha seguito con più di mille tifosi la squadra a Chiavari. Prima della trasferta in terra ligure ancora D'Angelo ha chiarito: «Il primo posto è saldamente in mano all'Entella, ma noi giocheremo tutte le partite per vincere». Una dichiarazione d'intenti che è il manifesto con cui il Pisa si accinge ad affrontare la fase più calda della stagione. Già da sabato quando all'Arena arriverà la Juventus Under 23: non ci sarà Masucci, appiedato dal giudice sportivo, ma sostituirlo non dovrebbe essere un problema insormontabile. Il modo migliore, nella peggiore delle ipotesi, anche per prepararsi alla roulette degli spareggi promozione. Che quest'anno, è bene ricordarlo, mettono in palio una promozione in più.