Tumore alla tiroide, a Cisanello più di due interventi al giorno. Record in Italia

Quali sono gli ospedali toscani dove si oepra di più per il tumore maligno alla tiroide. Che cos'è e come si cura

Sala operatoria (foto d'archivio)

Sala operatoria

Pisa, 24 maggio 2018 - E' così piccola eppure così importante, quella ghiandola situata alla base del collo, la tiroide . E' lei che regola il metabolismo di tutto il corpo grazie alla produzione di due ormoni (tiroxina e tri-iodo-tironina). E purtroppo anche la tiroide può, come tutti gli altri organi, sviluppare un  tumore. Un ottimo e semplice sistema di prevenzione (certificato dalla medicina ormai da tempo immemore, non una bufala da pseudo salutisti) è la regolare assunzione di  sale iodato. Insomma, basta comprare sale iodato per cucinare e la prevenzione è fatta (senza abusarne perché altrimenti si rischia di favorire l' ipertensione).
 
“La neoplasia alla tiroide rappresenta il 4% di tutti i carcinomi umani. La sua incidenza negli ultimi 20 anni è andata crescendo, ma ciò dipende probabilmente dalla migliorata capacità diagnostica. Grazie all'introduzione dell'ecografia, infatti, oggi riusciamo a individuare noduli di piccole dimensioni che in passato sfuggivano al nostro controllo”, spiega  Rossella Elisei, professore associato di endocrinologia e dirigente medico di endocrinologia all’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana. Insomma, si riescono a trovare più tumori alla tiroide perché riusciamo a fare diagnosi più precise.
 
Si tratta di una malattia che colpisce soprattutto le donne, in un rapporto di 4 a 1 rispetto agli uomini, mentre la fascia di età più coinvolta è quella tra i 45 e i 50 anni.
La tiroide, oltre che dal tumore, può essere attaccata comunemente da gozzo e patologie tiroidee. Il primo è un ingrossamento della ghiandola, dovuto a carenza di iodio, al cui interno possono svilupparsi uno o più noduli. Le seconde - ipotiroidismo e ipertiroidismo -, sono dovute a un malfunzionamento della tiroide.
DIAGNOSI - L’ecografia può raccontare molto sulla natura di un tumore alla tiroide, ma alla diagnosi si arriva mediante agoaspirazione in associazione all’esame citologico. “In pratica, si esegue un prelievo dal nodulo e si analizzano le sue cellule in laboratorio. Questa fase diagnostica è di pertinenza dell’endocrinologo: è molto importante che questi abbia esperienza nella esecuzione dell’agoaspirazione e lo stesso vale per il citopatologo per quanto riguarda la lettura del vetrino”, spiega l’endocrinologa. “Se il nodulo risulta maligno, l'intervento di scelta è la tiroidectomia, cioè l'asportazione chirurgica della tiroide. In alcuni casi, però, è più indicato un intervento conservativo di lobectomia o - quando il carcinoma è al di sotto del centimetro e il paziente è d'accordo - può bastare una vigile osservazione: cioè un monitoraggio del nodulo ogni 6 mesi per i primi due anni e a seguire una volta all'anno, per capire se tende a espandersi”.
 
DOVE CURARSI - “Per orientarsi, è importante innanzitutto osservare l'esperienza maturata dalla struttura”, spiega  Elena Azzolini, medico specialista in Sanità Pubblica e membro del comitato scientifico di  https://www.doveecomemicuro.it/. “L'alto volume di interventi, infatti, secondo quanto dimostra un'ampia letteratura scientifica, ha un impatto positivo sull'efficacia delle cure”. Altrettanto importante è il follow up, cioè la presa in carico del paziente dopo l'operazione. “È essenziale che a seguire il paziente dopo l'intervento sia un endocrinologo esperto di tumore alla tiroide o, in alternativa, un medico nucleare, qualora si rendesse necessaria la terapia radiometabolica”, spiega Rossella Elisei.
QUALI CONTROLLI - Per capire se sia in atto un malfunzionamento della ghiandola, è sufficiente effettuare il dosaggio del TSH: l’ormone tireo-stimolante prodotto dall'ipofisi, ghiandola che controlla la tiroide. Se il valore è al di sopra dei parametri di riferimento significa che la tiroide lavora poco, se è al di sotto che lavora troppo. Altri esami utili sono il dosaggio dell'FT3 e dell'FT4 e degli anticorpi anti-tiroide.“Questi esami vengono consigliati preventivamente in presenza di fattori di rischio quali ad esempio famigliarità, poliabortività o difficoltà a concepire. Il malfunzionamento della ghiandola, infatti, può anche ostacolare l'avvio di una gravidanza e aumentare il rischio di aborto spontaneo”, spiega l'endocrinologa.“Se il difetto non viene corretto con il giusto dosaggio di farmaci, si ha una maggiore probabilità di andare incontro a parto prematuro o di avere un bambino di basso peso alla nascita. Per queste ragioni, è importante che la donna con tireopatia venga monitorata per tutta la gravidanza dal punto di vista endocrinologico oltre che ginecologico”.
 
In Toscana ci sono 18 strutture accreditate per questo tipo di intervento. In cima alla lista c'è l'ospedale di Cisanello, a Pisa, che detiene il record italiano con 786 interventi.
Seguono Firenze con  Careggi (108), la casa di cura Barbantini - Santa Chiara di Lucca (38), il Lotti di  Pontedera (34) e Villa Tirrena a  Livorno (33).