2009-04-26
di FEDERICA ANTONELLI
L A SEI GIORNI del salone del Mobile di Milano volge al termine e Ponsacco tira un primo bilancio. Molta l’affluenza registrata nei primi giorni dell’evento, a discapito delle previsioni fatte alla vigilia. «Il primo impatto — dichiara il sindaco di Ponsacco Alessandro Cicarelli — è stato quello di un grande evento, una manifestazione di rilevanza mondiale per quanto riguarda il settore dell’arredamento e del design. Ho accolto volentieri l’invito dei consorzi ad essere qui, insieme all’assessore Profeti, per dare un segnale forte a tutte le aziende locali del settore. Quello che ho potuto constatare è che, nonostante la crisi ci sia e sia tangibile, la gente non si è scoraggiata ma anzi ha espresso grande attenzione e partecipazione». Partecipazione sottolineata dalla presenza dei due consorzi della Valdera Gimo e Ciac, «organizzazioni a gruppo — precisa il sindaco — che hanno però mantenuto la loro identità». Il salone è un appuntamento atteso ogni anno, una vetrina per il mercato mondiale che i due consorzi conoscono molto bene. «Una piacevole sorpresa è stato vedere tutta questa gente che affollava gli stand — dichiara Antonio Giannettoni del Ciac — molta di più rispetto all’anno scorso, almeno fino a oggi, anche se dovremo chiaramente attendere la fine dell’evento per fare un bilancio degli ordini e delle vendite, dato che il cliente professionista è solito aspettare gli ultimi giorni per farsi avanti. Quello che mi preme sottolineare è che non siamo di fronte alla fine del mondo commerciale». Di parare diverso è invece Donatella Turini, responsabile del consorzio Gimo :«La preoccupazione rimane perché la crisi c’è ed è reale. Il salone si presenta con le stesse caratteristiche degli anni scorsi, anche per quanto riguarda l’afflusso fino a oggi omogeneo. Afflusso che comunque non è il problema principale perché le persone si presentano a questa manifestazione dimostrando di voler continuare a lavorare. Quello che preoccupa maggiormente è la svalutazione della moneta, soprattutto per chi come noi lavora con i paesi dell’est: dopo anni di grandi soddisfazioni lavorative c’è stata la battuta d’arresto registrata dall’inizio dell’anno e non ancora assorbita. In secondo luogo l’irrigidimento delle dogane. Sono entrambi aspetti che portano ad una debole liquidità denunciata dagli stessi clienti. La fiera — conclude — sono molti anni oramai che è un importante punto d’incontro, ma non risolve certo i problemi relativi alle vendite effettive, pericolosamente in calo».