{{IMG_SX}}Spoleto, 8 ottobre 2008 - Una ragazza devastata, il corpo, riverso sul letto, straziato da ferite di ogni tipo, sul volto lo sconcerto fatale dell’ultimo istante di vita. L’accusa sulle spalle di Ionut Farcas, rumeno di 23 anni - omicidio volontario pluriaggravato per aver agito tra le mura domestiche, per futili motivi e con efferata crudeltà -, pur nella sua crudezza riesce a descrivere solo in parte quanto di terribile questo ragazzo sia stato capace di compiere.

 

La motivazione del suo gesto, secondo gli inquirenti, sarebbe da addurre alla reazione, tremenda e sconcertante, alla gelosia della giovane uccisa: la sua convivente, Elena Mariana Sobaiala, connazionale di 24 anni, badante attualmente senza impiego. La ragazza gli contestava i continui ritardi e le assenze, e lui, operaio occupato saltuariamente nei cantieri della zona, non ha retto più, montando una furia cieca che l’ha trasformato in un assassino brutale.

 

Il massacro, perché di questo si tratta, è avvenuto - come hanno spiegato ieri in conferenza-stampa il procuratore della Repubblica di Spoleto, Gianfranco Riggio, e il comandante dei Carabinieri spoletini, capitano Pasquale Megna - durante la notte tra domenica e lunedì, ma l’allarme ai carabinieri è giunto soltanto nel tardo pomeriggio di lunedì. Ad avvertire i militari è stato il fratello del giovane rumeno, il quale aveva saputo dell’accaduto dalla moglie. Quest’ultima, infatti, aveva incontrato il cognato, trovandolo sconvolto.

 

Ionut, che dopo il feroce assalto alla poveretta aveva girovagato in motorino per molte ore senza una meta precisa, ha raccontato alla donna di "aver picchiato violentemente" Elena. Avvertiti i carabinieri di Giano dell’Umbria, questi ultimi, entrati nella villetta a schiera del 'Villaggio Enel' di Bastardo, si sono trovati di fronte a una scena raccapricciante. Al culmine dell’ennesima discussione tra i due, che da circa sei mesi convivevano nell’abitazione, Iounut aveva colpito più volte la giovane con inaudita crudeltà, fino a ucciderla a botte e morsi.

 

Sul cadavere di Elena, inoltre, numerose lesioni inferte probabilmente con pugni e forse anche con corpi contundenti. La donna avrebbe ricevuto anche un violento colpo al volto, forse una testata. Nella casa sono stati rinvenuti diversi oggetti, posti sotto sequestro. Le indagini continuano per ricostruire l’accaduto nel dettaglio. Ma soltanto dopo l’autopsia sarà possibile delineare con esattezza le fasi dell’omicidio, ricostruendo i terribili colpi ricevuti dalla rumena. Gli inquirenti hanno attivato un’ispezione esterna alla casa e solo all’arrivo del medico legale, Fabio Suadoni, è stato ispezionato il cadavere, trasportato a tarda notte nella sede della medicina legale di Terni.

 

Nel frattempo, con uno stratagemma e usando il telefono cellulare del fratello, è stato possibile rintracciare il giovane rumeno. Con un preciso piano di azione i carabinieri sono riusciti a convincerlo a rientrare nella sua abitazione. Ionut è arrivato in sella al proprio ciclomotore ed è così finito nella 'rete' dei militari. In nottata, poi, sono partiti gli interrogatori di persone informate dei fatti. Tra questi è stato interrogato anche lo zio dell’omicida, che conviveva con la giovane coppia. L’uomo non si sarebbe accorto di nulla, essendo uscito dall’abitazione nelle prime ore del mattino per andare al lavoro. L’episodio ha sconvolto la comunità di Bastardo. Davanti alla casa del delitto, oltre a una folla di residenti, è arrivato anche il sindaco di Giano dell’Umbria, Paolo Morbidoni.