Il vaccino come il casco. Semplice, tutela tutti

E’ un vaccino che non garantisce l’invulnerabilità, né la protezione al 100 per cento, ma abbatte il rischio di morte e l’ospedalizzazione, protegge i più fragili

Pecore elettriche

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Firenze, 2 gennaio 2022 - "Cosa avremmo dato, in quei giorni, per avere il vaccino?" si è chiesto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel discorso di Capodanno, l’ultimo del suo settennato. In piedi, sull’uscio, come ad accompagnare gli ospiti, o solo sé stesso, fuori dal Quirinale. Cosa avremmo dato nei mesi in cui eravamo chiusi in casa, senza poter uscire, lontani dagli affetti, quando ci passavano davanti le immagini delle bare trasportate dai mezzi militari a Bergamo, quando era tutto chiuso e ci sentivamo così impotenti di fronte all’esplosione del virus? “La ricerca e la scienza ci hanno consegnato, molto prima di quanto si potesse sperare, questa opportunità. Sprecarla è anche un’offesa a chi non l’ha avuta e a chi non riesce oggi ad averla. I vaccini hanno salvato tante migliaia di vite, hanno ridotto di molto la pericolosità della malattia”. Un vaccino che non garantisce l’invulnerabilità, né la protezione al 100 per cento, ma abbatte il rischio di morte e l’ospedalizzazione, protegge i più fragili. La comunicazione di Mattarella è stata più efficace del pollaio tecnico-scientifico di questi due anni.

Se c’è una cosa da augurarsi in questo 2022 appena iniziato è che la vanità di molti - politici alla ricerca di facile consenso, a partire da quello dei no vax; scienziati in preda a sé stessi con l’agente televisivo e l’intervista in automatico; agit-prop pronti a denunciare l’apocalisse della dittatura sanitaria - non trovi più spazi significativi nel dibattito pubblico. Ma non l’avvertite anche voi l’urgenza del tempo che scappa fra le mani, mentre la vita da due anni è congelata dall’emergenza sanitaria che sembra non voler finire mai? Quanto altro tempo vogliamo regalare alla circolazione del virus?

La risposta a queste domande è il vaccino. Ma se c’è troppa gente che continua a pensare che la risposta siano invece i tamponi e gli assalti alle farmacia o ai supermercati dove vendono quelli fai da te allora possiamo andare da poche parti. “Il casco è obbligatorio per i motociclisti. Il casco non protegge al 100%, ma al 40%. Ve lo mettete tutti senza protestare, perché fate storie per un vaccino sicurissimo e molto più efficace nel salvarvi la vita?”, si chiede il virologo Roberto Burioni, che da anni combatte una estenuante battaglia contro l’anti-scienza sui social. Nel frattempo, però, le cronache abbondano di no vax, finanche illustri, che finiscono in ospedali dove non vogliono essere intubati, men che meno curati, o muoiono. Neanche la morte è in grado di convincerli, orchestrata anch’essa dagli strateghi del complotto. Un insulto, appunto, come ha detto il presidente Mattarella, a chi ha perso la vita senza potersi opporre in un momento in cui i vaccini non c’erano. Ecco, forse nel 2022 c’è anche da augurarsi che venga recuperato, oltre al senso del ridicolo per i vanitosi, anche il senso della vergogna.

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