Se una donna vale l'altra

Una donna al Quirinale, purchessia. Basta che sia donna, insomma. È lo sgangherato appello lanciato da Dacia Maraini, Michela Murgia, Sabina Guzzanti e altre

Pecore elettriche

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Firenze, 3 gennaio 2022 - Una donna al Quirinale, purchessia. Basta che sia donna, insomma. È lo sgangherato appello lanciato “alle forze politiche chiamate a votare il prossimo Presidente della Repubblica” da Dacia Maraini, Edith Bruck, Liliana Cavani, Michela Murgia, Luciana Littizzetto, Silvia Avallone, Melania Mazzucco, Lia Levi, Andrée Ruth Shammah, Mirella Serri, Stefania Auci, Sabina Guzzanti, Mariolina Coppola, Serena Dandini, Fiorella Mannoia.

“Ci sono in Italia donne che per titoli, meriti, esperienza ed equilibrio possono benissimo” salire al Quirinale, anche se, precisano subito le firmatarie, “non è questa la sede per fare un elenco di nomi”. Se non ora, quando?, verrebbe tuttavia da chiedere a chi ha esteso un appello del genere, privo di contenuto. Perché “non fare nomi” è esattamente il contrario di un’elezione. Le istituzioni non camminano sulle gambe della retorica, ma su quella delle persone. Uomo o donna, poco importa. Ma dire che serve una donna qualsiasi è come affermare che una persona vale l’altra.

Insomma, è l’uno vale uno applicato al Quirinale, come si capisce leggendo il testo dell’appello: “Tra poco sarete chiamati ad eleggere il Presidente della Repubblica, e crediamo sia giunto il momento di dare concretezza a quell'idea di parità di genere, così tanto condivisa e sostenuta dalle forze più democratiche e progressiste del nostro Paese. Vogliamo dirlo con chiarezza: è arrivato il tempo di eleggere una donna. Si parla di democrazia dei generi ma da questo punto di vista l’Italia è una democrazia largamente incompiuta, tanto più rispetto a paesi come Germania, Gran Bretagna, Austria, Belgio, Danimarca, Islanda, Norvegia, Finlandia. Eppure sappiamo che ci sono in Italia donne che per titoli, meriti, esperienza ed equilibrio possono benissimo rappresentare l'intera nazione al massimo livello. Non è questa la sede per fare un elenco di nomi ma molte donne hanno ottenuto stima, fiducia, ammirazione in tanti incarichi pubblici ricevuti, e ci rifiutiamo di pensare che queste donne non abbiano il carisma, le competenze, le capacità e l’autorevolezza per esprimere la più alta forma di rappresentanza e di riconoscimento. Questo è il punto. Non ci sono ragioni accettabili per rimandare ancora questa scelta. Ci rivolgiamo a voi, fate uno scatto. L’elezione di una donna alla Presidenza della Repubblica sarà la nostra, e la vostra, forza”. Fiumi d'inchiostro sull'importanza della differenza e poi arrivano gli appelli per una donna qualsiasi al Quirinale.