Nicola Morra scopre che la politica e la democrazia hanno un costo (benvenuto)

Il senatore, ex M5s, presidente della Commissione Antimafia, rivuole indietro l'indennità di funzione da 1.300 euro al mese (con arretrati)

Nicola Morra (Imagoeconomica)

Nicola Morra (Imagoeconomica)

Firenze, 8 novembre 2021 - Nicola Morra, il principe dei moralisti e dei populisti, presidente della Commissione Antimafia, eletto con il M5s in Senato e poi cacciato per aver votato contro il governo Draghi, dice che rivuole indietro i suoi quattrini. Sono 1.300 euro netti al mese di indennità di carica che gli spettano in quanto presidente di commissione. Solo che prima, quando era nel M5s, non li voleva perché c’era da darsi un tono rivoluzionario. Ora ha persino scritto alla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, per chiedere anche gli arretrati.

Il Fatto quotidiano l’ha attaccato (come diceva Massimo Bordin, finiranno per arrestarsi a vicenda: appunto) e lui c’è rimasto male. Sicché, si è trovato a spiegare l’accaduto. Nessuno scandalo, assicura: “L’indennità di funzione, per chi non lo sapesse, è una somma di denaro aggiuntiva allo stipendio di senatore, che viene data a chi ricopre incarichi come la presidenza di una Commissione. Io ho sempre rinunciato volontariamente a questa indennità di 1.300 euro netti al mese”, ha scritto Morra su Facebook. “Nel frattempo ho sempre restituito regolarmente anche la parte del mio stipendio che secondo le regole M5S avrei dovuto restituire. Ed anche ora accantono la stessa somma, invece di prendermi l’intero stipendio. Con le risorse che mi restavano, ci pagavo i miei collaboratori (un numero esiguo, ora ridotto a due). Il Movimento 5 Stelle, di cui facevo parte prima di essere espulso per non aver votato la fiducia a Draghi, mi aiutava prestandomi una figura professionale, part-time, da dividere con altri colleghi che avevano impegni di governo. Un addetto stampa”.

Dunque, dice ancora il senatore Morra, “come Presidenza della Commissione Antimafia, avevamo un solo giornalista addetto stampa part-time e impegnato, giustamente, nelle attività del Movimento che lo metteva a disposizione, nei limiti del possibile (anche umanamente parlando, visto che questa persona si ritrovava prevedibilmente sommersa di lavoro). Avevo, infatti, chiesto - e lo possono confermare - ai capigruppo del M5S in Senato, Stefano Patuanelli prima e Gianluca Perilli dopo, di poter avere una figura professionale dedicata, come addetto stampa del presidente della Commissione Antimafia e della Commissione stessa, mettendo a disposizione del M5S l’indennità, da presidente appunto, di €1300. Non è stato possibile. Siamo andati avanti in quel modo. Dunque, ora che non ho più un gruppo politico a ‘prestarmi’ figure professionali e dovendo necessariamente assumere un addetto stampa che possa comunicare all’esterno il lavoro della Commissione Antimafia e le attività del presidente, ho chiesto di poter avere l’indennità che mi spetta, in modo da poterci pagare un lavoratore, un giornalista addetto stampa che comunicasse il lavoro fatto”.

Morra ha impiegato 2.707 battute di post su Facebook per spiegare una questione evidente a tutti, adesso persino a lui che sul populismo e la lotta alla “casta” ci ha costruito una carriera: la politica e la democrazia hanno un costo ed è giusto onorarlo.