Parrini: "Più democrazia digitale, ma la riforma sui referendum è utile"

Il senatore ha depositato dei disegni di legge per modificare aspetti significativi per la consultazione popolare

Dario Parrini

Dario Parrini

Roma, 28 settembre 2021 - La raccolta firme per i referendum su cannabis ed eutanasia prosegue spedita, il merito è anche della possibilità di sottoscriverli digitalmente. Da qui la necessità di aggiornare gli strumenti a disposizione dei cittadini. “La mia opinione di Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato è che tra democrazia rappresentativa e istituti di democrazia diretta debba esserci equilibrio e integrazione”, dice il senatore Dario Parrini, presidente della commissione Affari Costituzionali al Senato, che sulla materia ha appena presentato una serie di ddl. “L’innovazione tecnologica - dice Parrini alla Nazione - è un valore perché apre grandi spazi alla democrazia diretta. Porsi il problema della sua corretta integrazione nel sistema di pesi e contrappesi su cui si fonda il nostro ordinamento costituzionale non è avversione al cambiamento ma impegno per un cambiamento veramente progressivo”. Naturalmente, dice ancora Parrini alla Nazione, “le regole possono molto ma non tutto. Serve la politica. E quindi più il Parlamento è incapace di legiferare sulle grandi questioni, più si fa del male con le proprie mani”.

Insomma, “la spinta popolare è un bene prezioso e il Parlamento deve difendere la propria centralità in primo luogo uscendo dall’immobilismo che spesso lo porta a non legiferare su grandi questioni molto sentite dai cittadini”. Dopodiché, dice Parrini, è evidente che sono necessarie delle innovazioni “affinché le regole siano nel complesso ben bilanciate, senza scompensi”. A questo proposito l’ex segretario del Pd toscano ha depositato in questi giorni dei disegni di legge che prevedono tre riforme: vaglio di ammissibilità anticipato da parte della Corte Costituzionale, riguardante non solo i quesiti in sé ma anche la normativa di risulta prodotta dall’eventuale successo della proposta di abrogazione; innalzamento da 500 a 800mila delle firme per il referendum; abbassamento del quorum di validità del referendum dalla maggioranza degli aventi diritto alla maggioranza dei votanti alle ultime elezioni politiche, in modo, spiega Parrini, “da difendere la democrazia referendaria dal potere abnorme e improprio esercitabile dall’astensionismo di comodo”. Per quanto riguarda il numero di sottoscrizioni, dice ancora il senatore Parrini, “mi preme ricordare che il Costituente indicò nel 1946-47 una quota corrispondente a circa il 2 per cento dei componenti del corpo elettorale del tempo, pari a 28 milioni di persone. Oggi che gli aventi diritto al voto nel nostro Paese sono 47 milioni, 800mila firme rappresentano, in proporzione, una scelta sostanzialmente uguale a quella di 75 anni fa”. Se innovazione deve essere, dunque, che sia totale e non parziale.