Il Pd deve rinnovare la carta d’identità

Resta centrale in queste settimane il tema dei temi: le alleanze. Il partito di Letta che vuol fare? Deve fare da traino nell’alleanza di centrosinistra oppure rischia di farsi fagocitare dal rapporto con i 5 Stelle. E poi c’è il nodo primarie: vere o farsa come a Roma?

Pecore elettriche

Pecore elettriche

Firenze, 16 maggio 2021 - Le primarie del Pd sono una farsa. Non solo quelle di Roma, in programma il 20 giugno, dove c’è già il vincitore annunciato e Roberto Gualtieri è in lotta contro Roberto Gualtieri.

Non solo quelle di Roma, ecco, dove manca una donna, e quindi bisogna cercare ossessivamente una candidata, ma non troppo competitiva, ché non si può mettere nei guai il prescelto della segreteria del Pd. Una donna, insomma, purchessia. E dire che Enrico Letta, diventando segretario due mesi fa, ne aveva fatta una battaglia identitaria.

Insieme a quella contro le correnti (persa: le correnti sono vive e lottano insieme a loro; ne è nata persino un’altra, firmata Goffredo Bettini). Insieme alla strenua lotta per far nascere l’alleanza strutturale con il M5s. Ma non sono una farsa, appunto, solo le primarie di Roma.

Anche a Torino i dirigenti del Pd ci si stanno mettendo d’impegno. C’è addirittura un candidato del Pd, Enzo Lavolta, pronto a correre con i Verdi se non riuscisse a raccogliere le 7 mila firme necessarie per partecipare alle primarie torinesi.

Poi c’è la question e delle questioni: il rapporto Pd-Cinque stelle. Venerdì scorso in direzione nazionale, il segretario Letta ha avuto una botta d’autocoscienza, dopo giorni di rumorose cenciate: "Le alleanze sono conseguenze di chi siamo, non definiscono la nostra identità. Guardiamo con interesse all’evoluzione dei Cinque Stelle e immaginiamo possibili pezzi di strada insieme ma in una logica di guida del processo: noi siamo il Pd e abbiamo l’ambizione di guidare questo Paese e l’ambizione di farlo con una coalizione di centrosinistra". Il tema vero, ha aggiunto Letta, affermando un concetto che qui sulle Pecore Elettriche è possibile leggere da mesi, "è la nostra identità: se abbiamo un’identità debole, qualunque alleanza ci fagociterà.

L’identità ha bisogno di iniziativa, e se l’iniziativa è forte cambia anche il quadro attorno a noi". Ma il Pd non fa altro che subire l’iniziativa altrui. Della subalternità culturale ai Cinque stelle si è già detto a lungo. Per non parlare di quella a Matteo Salvini, che nonostante tutto è ancora capace di dettare l’agenda pubblica, stavolta non del governo ma dei temi politici dei partiti, che grazie a Mario Draghi hanno ampia libertà di pollaio (sulle cose serie, invece, vigila lui).

L’altro giorno il professor Marco Revelli, su La7, spiegava che l’alleanza Pd-Cinque stelle è necessaria perché c’è da battere le solite fantomatiche destre, colpevoli di qualsiasi nefandezza. Anche qui, come nel caso della donna fantasma alle primarie di Roma, serve un’alleanza purchessia. È il modello TTSM, Tutti Tranne Salvini e Meloni. Potrà mai funzionare un’iniziativa politica che si fonda sull’opposizione frontista agli avversarsi anziché su un’idea di società e di mondo? Eh, no. [email protected]