Giorgetti e Meloni accerchiano Salvini

Il leader della Lega incalzato dai suoi e dagli alleati-competitor. E poi ci sono i ceti produttivi del Nord, che si tengono ben lontani da no vax e no green pass

Matteo Salvini

Matteo Salvini

Firenze, 14 settembre 2021 - È accerchiato, Matteo Salvini. Da una parte Giorgia Meloni, dall’altra i dirigenti draghiani della Lega. Uno su tutti, Giancarlo Giorgetti. Mentre il leader leghista ondeggia sulle misure di contenimento della pandemia (come il green pass), nel tentativo di non farsi sorpassare da Meloni, i suoi uomini di punta lo asserragliano: “Green pass? Quella di estenderlo a tutti i lavoratori è un’ipotesi in discussione. L’esigenza delle aziende è di avere la sicurezza per chi opera nei reparti. Credo, quindi, che si andrà verso un’estensione senza discriminare nessuno, possibilmente”, ha detto Giorgetti, draghiano della prima ora.

C’è poi Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia: “Nuovi lockdown sarebbero insostenibili per il Paese. Dobbiamo dire con chiarezza che anche se una Regione dovesse passare in zona arancione o rossa, con il Green pass bisogna tenere aperto. Se si passa in arancione, non si possono chiudere i ristoranti”. Quindi, ha aggiunto Fedriga, “dobbiamo tenere aperto e garantire ciò per tutti i cittadini. Il Green pass è uno strumento per tenere aperto e dobbiamo trovare un equilibrio sociale per tenere unito il Paese, dobbiamo accompagnarlo”.

Per la prima volta, insomma, Salvini sente il fiato sul collo del Nord produttivo, quello che di solito vota Lega e che ha spinto il suo partito a superare il 30 per cento, un risultato - stando ai sondaggi - già dimenticato.

Pochi giorni fa, parlando con AdnKronos, la presidente di Confindustria Vicenza Laura Dalla Vecchia si è schierata nettamente con Draghi su vaccini e green pass: “In merito alla possibile obbligatorietà del vaccino, che quindi coinvolge anche l’accesso ai luoghi di lavoro, quanto espresso dal Presidente Draghi è assolutamente condivisibile ed è altrettanto importante che venga fatta chiarezza appena possibile, ovviamente previa pronuncia di Ema e Aifa e Cts”.

Una decisione definitiva e una legge chiara da parte delle istituzioni sarebbero quindi auspicabili, ha detto ancora la presidente, “visto anche il precedente del Green Pass obbligatorio per le mense aziendali che purtroppo ha creato diverse tensioni, anche a causa delle posizioni ambigue di qualcuno. In questo senso è quindi fondamentale che, parallelamente, sindacati e aziende si siedano al tavolo per discutere i protocolli di sicurezza in virtù delle novità, ovvero le varianti e il vaccino, senza indugi e senza assurdità come quella di far fare tamponi gratis ogni giorno per tutti”. Insomma, “visti anche gli ultimi dati epidemiologici, con Regioni che sono ritornate gialle e altre che rischiano, non si può più essere ambigui, tantomeno nelle scuole e sui luoghi di lavoro (dove un positivo può mettere a rischio e bloccare un intero reparto, coinvolgere le famiglie e conseguentemente le scuole, ad esempio). La produzione industriale è ripartita, il paese è ripartito, le fabbriche e le comunità non possono essere messe a rischio un’altra volta”. Altri che no vax e no green pass. A Salvini devono evidentemente fischiare le orecchie da parecchie settimane.