In un Comune su quattro al voto il "nuovo bipolarismo" non attecchisce

L'analisi dell'Istituto Cattaneo in vista del voto di domani

Un seggio elettorale (Fotocronache Germogli)

Un seggio elettorale (Fotocronache Germogli)

Firenze, 11 giugno 2022 - Domani si vota: amministrative e referendum sulla giustizia. Una tornata elettorale utile a capire la mappa del nuovo (presunto) bipolarismo italiano (e in attesa che si strutturi una sorta di terzo polo di centro per le elezioni politiche del 2023). Un’interessante analisi dell’Istituto Cattaneo di Bologna descrive il formato delle alleanze nei Comuni al voto.

Partiamo dai numeri. Anzitutto, sono 975 i Comuni al voto, di questi 142 hanno più di 15 mila abitanti (22 sono capoluoghi di provincia e 4 sono capoluoghi di regione). Il Cattaneo, pur operando alcune semplificazioni (e limitandosi per questo alle liste espressione dei quattro partitici principali, Pd, M5s, FdI, Lega), ha cercato di analizzare il grado di coesione del centrosinistra e quello del centrodestra nei 142 Comuni, quelli in cui per legge è possibile presentare più di una lista a sostegno di un candidato sindaco.

Per quanto riguarda il centrosinistra, o area progressista come lo chiama il Cattaneo (resta da capire che cosa abbia di progressista il M5s, ma è un altro discorso), “in ben 41 comuni su 75 (il 55 per cento) al Centro-Nord e in 30 su 67 (il 45 per cento) al Sud non sono presenti liste del M5S. Com’è prevedibile, il Pd dimostra il suo maggior radicamento. Il simbolo del PD è assente dalla scheda elettorale di una quota di comuni molto più ridotta: 8 per cento al Nord e 16 per cento al Sud. Nell’area di centrodestra la situazione appare molto diversificata tra Nord e Sud”. Nel Nord sono pochi i Comuni dove si registra l’assenza di Fratelli d’Italia (4 per cento) e/o della Lega (5 per cento): “Al Sud l’assenza è molto più consistente: i comuni senza il simbolo di FdI sono il 34 per cento, quelli senza il simbolo della Lega sono il 71 per cento (un chiaro indizio che l’obiettivo coltivato da Matteo Salvini di trasformare la Lega in un partito nazionale sta regredendo o comunque stenta ad essere realizzato)”.

L’analisi delle candidature fornisce indizi, appunto, anche a proposito della solidità delle alleanze: i due principali partiti del centrosinistra (Pd e M5S) sostengono esplicitamente candidature unitarie a sindaco in 20 Comuni su 75 al Nord (il 27 per cento) e in 25 su 67 (il 37 per cento) al Sud.

“Appaiono invece contrapposti, sostenendo candidati a sindaco alternativi, in 24 comuni su 142 (17 per cento, sotto questo profilo non si notano differenze tra Nord e Sud). L’alleanza di centrodestra appare solida al Nord: FdI e Lega risultano alleati in gran parte dei comuni al voto (63 su 75, ossia l’84 per cento). Al Sud, invece, anche a causa della frequente assenza di uno o di entrambi i partiti, i loro simboli appaiono a sostegno dello stesso candidato solo in 17 comuni su 67 (25 per cento). Però sono solo 10 su 142 (7 per cento) in tutta Italia i casi in cui sostengono in maniera esplicita candidati a sindaco concorrenti”. Dunque, se si incrociano i dati della composizione dell’offerta, viene fuori che solo in 26 Comuni su 142, pari al 18 per cento, si verifica una simulazione compiuta del cosiddetto “nuovo bipolarismo”, cioè una sfida fra Pd e M5s alleati da una parte e Fdi e Lega alleati dall’altra: “Se però aggiungiamo anche i casi di Comuni in cui una delle due sigle di ciascuna area è assente (casi in cui non possiamo dire che Pd sia in conflitto con M5S o Fdi sia in conflitto con la Lega), si arriva a 80 comuni su 142 (56 per cento)”.

Tenuto conto che certe assenze potrebbero essere dovute a dinamiche eminentemente locali, in un Comune su quattro, ha calcolato il Cattaneo, “il ‘nuovo bipolarismo’ non ha attecchito, in quanto una, l’altra o entrambe le coppie dei principali partiti sono esplicitamente in contrasto tra loro”.