Cartabia in aula sui fatti di Santa Maria Capua Vetere: "C'è stata violenza a freddo"

La ministra riferisce in aula: "Il carcere è lo specchio della nostra società. È un pezzo di Repubblica che non possiamo rimuovere dal nostro sguardo e dalle nostre coscienze”

Pecore elettriche

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Roma, 21 luglio 2021 - I fatti di Santa Maria Capua Vetere sono gravi, dice la ministra Marta Cartabia riferendo in aula sulle violenze del carcere nel Casertano, e dice che ci sarà una indagine ampia su tutte le rivolte: “Fatti di questa portata richiedono da un lato una risposta immediata da parte dell’autorità giudiziaria, ma fatti di questa portata a mio parere e ai mei occhi sono la spia di qualcosa che non va. Dobbiamo indagare con azioni di lungo periodo perché non accada più”. Nel carcere di Santa Maria Capua Vetere c’è stato un “uso insensato e smisurato della forza” e le indagini già in corso accerteranno le varie responsabilità. Il carcere è “specchio della nostra società. È un pezzo di Repubblica che non possiamo rimuovere dal nostro sguardo e dalle nostre coscienze”.

In quel carcere ci sono state violenze e “umiliazioni”, dice la ministra: “Una ferita gravissima alla dignità della persona” e “la dignità è la pietra angolare della nostra convivenza civile”. Nel carcere la convivenza è difficile, perché si vivono “condizioni difficili per il sovraffollamento”, che sta di nuovo peggiorando dopo una fase di leggero miglioramento (oltretutto a Santa Maria Capua Vetere, ha ricordato la ministra, manca anche l’acqua corrente e l’acqua viene portata con delle taniche). La pandemia “ha esasperato tutti”, ci sono state varie rivolte ma a Santa Maria Capua Vetere “stando alle immagini risulta che non fosse una reazione a una delle rivolte verificatesi nei mesi precedenti, non era una reazione necessitata da un’azione di rivolta ma è stata una violenza a freddo”. Bisogna investire in formazione, c’è una svolta culturale da compiere dice la ministra della Giustizia. E poi ci sono occasioni da non farsi sfuggire. Come i denari del Recovery Fund.

Il Pnrr contiene fondi e impegni anche per affrontare l’edilizia penitenziaria, tra cui la costruzione di otto padiglioni, uno di questi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, che ha una capienza regolamentare di 800 persone ma ospita 900 detenuti. Nuovi padiglioni non vuol dire soltanto posti letto, precisa la ministra, ma anche “spazi per il trattamento dei detenuti, come tutti reclamano”. Perché il fine è sempre quello rieducativo. Infine un invito rivolto ai parlamentari: chi non è mai stato in un carcere, “voi onorevoli lo potete fare”, ci vada. Per vedere con i propri occhi: “Voi onorevoli potete entrare in carcere, fatelo, perché un conto è vedere un reparto di alta sicurezza, un conto è vedere un’articolazione di salute mentale, un conto è vedere il reparto delle donne spesso operose, un conto è vedere le situazioni di marginalità che portano tante persone in carcere pur avendo commesso delitti e reati di portata molto diversi. È un mondo vario che non può essere affrontato allo stesso modo. È una galassia, non solo un ‘pianeta-carcere’, quindi non bastano l’improvvisazione e le doti personali”.