Aria di lockdown. Ma non sia per tutti

È giusto che, arrivati a questo punto, eventuali nuove restrizioni colpiscano solo i no vax. Altri lockdown generalizzati non sarebbero sostenibili

Pecore elettriche

Pecore elettriche

Firenze, 21 novembre 2021 - Chi doveva capire ha già capito. Gli altri no, e non è ragionevole pensare che lo capiranno a breve. In Italia sono morte di Covid 133 mila persone, in tutto il mondo oltre cinque milioni. Non parliamo poi dei contagiati, parte dei quali ha contratto la malattia.

Non parliamo ancora degli effetti indiretti, come quelli dovuti al calo degli screening oncologici: secondo l’Associazione italiana di oncologia medica, si stima che nel 2020, rispetto al 2019, le nuove diagnosi di tumore sono diminuite dell’11 per cento a causa del Covid: “I nuovi trattamenti farmacologici si sono ridotti del 13 per cento mentre gli interventi chirurgici hanno fatto registrare un -18 per cento”.

Nonostante questo, c’è gente che si ostina a non vaccinarsi. Dopo quasi due anni di emergenza sanitaria, a tutti sarà capitato di incontrare un no vax, persino di averlo in famiglia. Sono tutti uguali i no vax? No, ci sono gli ipocondriaci che hanno paura e altri che gridano in piazza al complotto delle multinazionali e dicono che il virus non esiste, oppure che non fa male, oppure che il vaccino è peggio. Le sfumature del disagio sono così tante che dopo due anni probabilmente le abbiamo visualizzate tutte. Ci sono anche no vax che non vedono l’ora di ammalarsi - magari scelgono consapevolmente di avvicinarsi a qualcuno positivo per contrarre il Covid - perché così non devono più stare a fare un tampone ogni due giorni. Domanda: ma che cosa speriamo di ottenere da chi ha la vocazione al suicidio spacciata per libertà d’espressione e di scelta? Niente.

“La mia opinione è che non ci sono più indecisi da convincere. Facciamocene una ragione. Chi non si è vaccinato fino a oggi non si vaccinerà mai. Spontaneamente”, dice Roberto Burioni, che aggiunge: “Ci sono sette milioni di italiani che hanno rifiutato le vaccinazioni. Quelli che cambiano idea e fanno la prima dose sono 100-120mila a settimana. Con questo ritmo li avremo vaccinati tutti per l’inizio del 2023”. Il governo è al lavoro su nuove restrizioni per i no vax, che potrebbero partire con la zona gialla. Per ora l’obiettivo è limitare soltanto l’accesso ai luoghi di svago (dai ristoranti agli stadi); altre opzioni più radicali, come l’obbligo vaccinale appena adottato in Austria, preoccuperebbero Mario Draghi e c’è un comprensibile dibattito all’interno del governo. È giusto che, arrivati a questo punto, eventuali nuove restrizioni colpiscano solo i no vax. Altri lockdown generalizzati non sarebbero sostenibili né economicamente né socialmente. Dopo due anni di crisi sanitaria, l’ignoranza è diventata una decisione responsabile. Chi ha scelto di non vaccinarsi sa benissimo che cosa sta facendo e quali rischi questa scelta comporti, non solo per se stesso ma anche per gli altri. Chi parla a casaccio di libertà la sta negando a chi gli sta intorno. [email protected]