Dpcm, Nardella: "Dobbiamo salvare l'Italia altro che cena di Natale"

Il sindaco di Firenze: "Resto sbigottito da questa polemica tra Regioni, Stato, Parlamento"

Il sindaco Dario Nardella

Il sindaco Dario Nardella

Firenze, 3 dicembre 2020 - "Resto veramente sbigottito da questa polemica tra Regioni, Stato, Parlamento per salvare la cena di Natale" mentre "non stiamo ragionando di come salvare l'Italia nel 2021". Lo sottolinea il sindaco di Firenze, Dario Nardella, intervenendo a Tagada', su La 7. Il tema e' quello della mobilita' tra comuni della stessa regione, che il nuovo dpcm vieterebbe per Natale, Santo Stefano e il primo dell'anno.

Una questione su cui Nardella esprime un giudizio di fondo. "Penso che come regola dobbiamo mantenere il limite massimo alla mobilita', perche' nel momento in cui c'e' il caso della nonna, allora c'e' quello della sorella, della fidanzata, del babbo e del figlio. Ho questa preoccupazione: nel momento in cui si apre la deroga, poi vale per tutti".

La traduzione, sottolinea pensando anche alle 684 vite falciate ieri dal covid, e' che "il rigore deve rimanere la linea di fondo". Certo, ragiona, il problema sulla mobilita' "c'e', ma il punto e' che siamo in un'emergenza. Ed e' chiaro che in un'emergenza si mettono dei limiti a cose che si sono sempre fatte". In sostanza, quindi, la linea intrapresa dal governo "va bene". Anche se, prosegue, "ci sono alcune cose che si possono migliorare". Se e' promosso il divieto di spostarsi da un comune all'altro, tuttavia "ci possono essere casi puntuali e chiari" su cui applicare delle soluzioni diverse. "Ad esempio, se in un piccolo Comune non trovo i generi alimentari o dei prodotti di cui ho bisogno, posso andare in quello accanto", nel municipio confinante. "E' una regola che abbiamo gia' applicato con successo. Si puo' rimettere evitando l'ennesima polemica sulla storia della mobilita' tra i comuni". Detto questo, conclude, "a me preoccupa che le regole siano troppe, confuse, contrastanti. E i cittadini, alla fine, non ci capiscono niente". Servono, invece, "poche e semplici regole".