FOGLIETTA GIACOMO


RICORDANDO IL PITTORE

Giacomo Foglietta

E' impossibile non ricordare Giacomo Foglietta, lo si vede anche.
S'incontra ad ogni piè sospinto in alcuni uffici, nelle gallerie, nelle case dei privati cittadini.
Certo, non c'è lui che, ormai sono tre anni, è prematuramente mancato, ci sono i quadri,
verrebbe da dire la sua anima. E quando ci compaiono dinanzi quei soggetti trascorre nella memoria
anche l'artista con la selva di capelli, con la testa piena di idee da dipingere.
Camminava volentieri per le strade della città. Dava l'impressione, alto com'era, che volasse sempre con le ali della poesia.
La produzione pittorica è ricca, caratterizzata da un linguaggio che si riconosce subito.
La tematica è articolata, ma la notorietà di Foglietta, in primo luogo, è dovuta ai pretini.
Ha dato la luce dei colori a centinaia, forse a migliaia di preti. Spesso la loro presenza è corale.
Si possono ammirare nella versione antica con la veste nera lunga fino ai piedi, col cappello a larga falda
e una fusciacca rossa in vita, le cui frange di una estremità strisciano per terra. Sono
personaggi sgangherati e anche per questo suscitano interesse. L'autore aveva il dono del disegno,
basterebbe al proposito considerare i lavori scolastici (era docente di arte e litografo) a carboncino, a matita
oppure i multipli. Ma è assolutamente vero e godibile quando spazia nella libertà e supera le convenzioni,
quando le sue immagini hanno l'eco dell'esperienza sensoria e viaggiano nella fantasia.
Perchè Foglietta, oltre o più della realtà, rappresenta le emozioni, i sentimenti.
Una decina di preti, tanto per fare un esempio, giocano sulla spiaggia. Ciascuno ha il suo pallone, così si divertono tutti.
La tramontana fa sventolare il bianco delle lenzuola stese, le gonnelle nere, porta via qualche cappello.
C'è una scala prossima al capanno, che prosegue e poggia su una nuvola, nella quale s'accendono
bagliori di rosso, tessiture d'azzurro, note diffuse di bianco, declinazioni dei grigi. Tale opera
è una bella intonazione della serenità, dell'evasione nella vacanza della mente.
Ora, in un altro quadro c'è un anziano solo, seduto accanto ad una stufa a legna, fumosa, di una volta.
Consuma nella solitudine il tempo che gli resta. Risveglia intatto il sentimento della tenerezza.
E c'è, ancora un esempio, il prete che legge il giornale. Un cagnolino, con le toppe nere sul
mantello bianco, lo guarda assorto. Pende dal suo silenzio. Raffigura la profondità
dell'amicizia e la fiducia. Senza condizioni.

Franco Ruinetti

Rimini, 13 Luglio 2010

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