La tappa di mille km di Giuseppe Longobardi

Da Monsummano fino a Roma, Fabriano, Rimini, il Mugello e il ritorno a casa: è partito il venerdì a mezzanotte, arrivo la domenica alle 21.

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di Gianluca Barni

Chissà se per le sue "imprese" Giuseppe "Longo" Longobardi si rifà al motto "supera te stesso e supererai il mondo" di Sant’Agostino o alla frase "l’uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo" di Giordano Bruno. Probabilmente a nessuna delle due locuzioni, solo al suo mix interiore di fantasia e un briciolo di pazzia. Perché ci vuole creatività e follia a disegnare e percorrere, solitario in bicicletta, una tappa di mille chilometri, da Monsummano a Siena e ancora Orvieto, Civitavecchia, Roma, Rieti, Fabriano, Marotta, Rimini, Faenza, Marradi, via lungo le strade del Mugello e infine il rientro nella sua terra di residenza, Monsummano Terme appunto. La Valdinievole. Come fosse un Coppi o un Bartali dei giorni nostri, al quadrato. Assurto alle cronache durante la clausura da pandemia di Covid-19 per aver completato una maratona casalinga, corsa nello spazioso giardino di casa (con tanto di figli pronti ai rifornimenti ogni tot di chilometri), Longobardi, nato a Prato il 25 settembre 1977, sposato con Cinzia e padre di Tommaso, 12 anni, e Alice, 9, cycling e runner targato-Cykeln, ne ha "combinata" un’altra delle sue. Quarantacinque ore consecutive (o quasi) in bici per andarsene in su e giù per lo Stivale. Da solo o, se preferite, solo con sé stesso. "Sì, un po’ particolare sono – e ridacchia mentre lo afferma –. Chi me l’ha fatto fare? La passione per il ciclismo e la voglia di sperimentare i miei limiti, cimentarmi in sempre nuove iniziative. Sono partito il venerdì a mezzanotte e arrivato la domenica alle 21. Certo, non è stata una scampagnata: ammetto che i pericoli ci sono, perché dormi poco, pochissimo, un quarto d’ora venti minuti per volta sul ciglio delle strade (e si possono fare cattivi incontri), pedalare la notte non è semplicissimo, i manti stradali non sono tutti perfetti, anzi. Ma questa volta sono stato pure fortunato, visto che ho riposato un paio d’ore consecutive a casa di un amico. In tutto, 3 ore di sosta, di ricarica, su 45". Non deve essere facile neppure per i familiari avere un super sportivo tra le quattro mura. "Mia moglie mi asseconda, ormai si è… rassegnata – e sorride mentre pronuncia queste parole –, i miei figli sono stati preziosi durante la maratona casalinga, la mia prima maratona in assoluto. Ora mi attende, il prossimo mese di settembre, una nuova… impresa: un triathlon casalingo, ovvero a Monsummano e dintorni. Tutto di seguito, 3mila e 800 metri a nuoto, nella piscina vicino a casa, 180 chilometri di bicicletta e i classici 42 chilometri e 195 metri a piedi".