LE NOSTRE INCHIESTE / Montecatini, quando i turisti sono invisibili

Alle presenze abituali sono subentrate le comitive che vengono in città solo per dormire

Grace e Ranieri  di Monaco in città

Grace e Ranieri di Monaco in città

Montecatini Terme (Pistoia), 9 agosto 2019 -  QUI VENIVANO a ritemprarsi Christian Dior e Audrey Hepburn. Ranieri di Monaco e Grace Kelly la scelsero come tappa della loro luna di miele. Ma nell’arco di qualche decina d’anni, Montecatini è passata da città di vip e star al turismo mordi e fuggi delle comitive. Da capitale del termalismo a città del «turismo dei bus», come dicono da queste parti. Eppure i numeri sarebbero confortanti. Fra l’altro i dati del 2018 hanno fatto registrare tutti segnali positivi. Con 662mila arrivi e un milione e 700mila presenze, Montecatini è il secondo centro della regione per flussi turistici, dietro Firenze. Ma al di là dei dati, quello di oggi è per la maggior parte un turismo invisibile, che alla città lascia ben poco. L’ospite è per la maggior parte straniero (il 72% del totale), lascia l’hotel con la sua comitiva intorno alle 8 e sale sul bus che un giorno lo porta a Firenze, un altro a Pisa o Siena. Ritorna alla sera, stremato, giusto in tempo per una doccia e la cena, prima di buttarsi sul letto, per ricominciare il giorno seguente. Una bella differenza con i soggiorni del conte Nuvoletti, che con la moglie Clara Agnelli veniva a «passare le acque» in ottobre per godersi i colori d’autunno nel parco e rigorosamente effettuava tre cambi d’abito al giorno, mattina, pomeriggio e sera. Questi gruppi invece le Terme le vedono solo se il pullman ci passa davanti. Ma se i negozianti piangono, gli albergatori non fanno salti di gioia. I prezzi sono imposti dai tour-operator, prendere o lasciare.

«A fronte dei numeri in aumento – dice il sindaco Luca Baroncini – c’è la consapevolezza che la redditività per camera è calata nel corso degli anni, pertanto occorre tornare a puntare sull’alta qualità, altrimenti questi numeri rischiano di mentire poiché i guadagni sono sempre più risicati». La crisi del termalismo è arrivata agli inizi degli anni ’90, in parte dovuta al forte ridimensionamento delle prestazioni termali a carico del servizio sanitario nazionale. In vent’anni i turisti italiani si sono dimezzati. «Diciamoci la verità – spiega Giovanni Giovannini, ex storico dirigente delle Terme –, la cura da sola non basta. Anche ai tempi d’oro ci voleva il contorno, vale a dire il divertimento. Il casinò poteva essere una buona occasione, ma quella battaglia è stata persa».

Nel frattempo sono esplosi i viaggi «tutto incluso». Montecatini si è trovata al posto giusto al momento giusto: a metà strada fra Roma e Venezia, vicino a Firenze e le altre città d’arte della Toscana. Con un’offerta turistica che pochi possono dare: duecento strutture ricettive con tredicimila posti letto. All’inizio sembrava un buon modo per allungare la stagione. Così anno dopo anno il turismo organizzato cresce e quello termale cala. Fino ad arrivare a oggi, dove è diventato residuale con meno di 100mila ingressi agli stabilimenti. E’ come se una bella donna a un certo punto avesse smesso di guardarsi allo specchio, perché tanto sa di essere bella, elegante e corteggiata. Poi un giorno vede la sua immagine e si accorge di avere le rughe, i capelli bianchi e i vestiti passati di moda. E capisce che occorre un bel restyling. Due i punti che indica Carlo Bartolini, giovane albergatore dell’ultima generazione e presidente di una delle associazioni di categoria: «Serve un gestore privato delle Terme e poi una promozione mirata verso i paesi dell’ex Urss. Abbiamo già una buona clientela, magari meno ricca e appariscente dei magnati che frequentano la Versilia, ma comunque di media e alta qualità». Insomma, per risvegliare la bella principessa serve sì un principe azzurro, ma che arrivi dalla fredda steppa.