Terme, presentata un’istanza di fallimento. E’ la mossa del pool delle banche creditrici

Già fissata l’udienza in tribunale a Pistoia, ci sarà l’11 ottobre. Il sindaco Luca Baroncini: "E’ un atto che non cambia la situazione"

Terme del tettuccio a Montecatini

Terme del tettuccio a Montecatini

Montecatini Terme, 2 settembre 2022 - Tanto tuonò che piovve. Il pool di banche guidato da Bnl, che nel 2008 sottoscrisse il contratto di finanziamento con le Terme per la realizzazione della nuova piscina alle Leopoldine, ha presentato un’istanza di fallimento o, come viene chiamata in base alla nuova normativa, di liquidazione giudiziale per l’azienda. Quattordici anni di attesa, i lavori al cantiere del progetto ideato da Massimiliano , hanno fatto perdere la pazienza agli istituti di crecr coinvolti. Già all’inizio dell’anno, un ex dipendente a cui spettano soldi in base a una sentenza, aveva avviato la procedura, per poi fermare tutto. La seduta del tribunale fallimentare di Pistoia, richiesta dal pool di banche, si terrà l’11 ottobre.

Cosa potranno fare le Terme adesso? La soluzione più probabile appare quella della prenotazione di un concordato in bianco che, intanto blocca un’eventuale dichiarazione di fallimento. Il debitore, di solito, ha 60 giorni di tempo per la presentazione del concordato vero e proprio, che deve essere valutato da un apposito commissario in termini di fattibilità. Entro dicembre, quindi, il destino delle Terme è destinato a essere scritto. In questi mesi, molte persone hanno pensato che fosse possibile raggiungere un accordo con le banche, pagando il 30-40% del dovuto. Ma l’esistenza di numerose ipoteche sui beni termali, obbliga a pagare il 50% del dovuto in merito a un accordo del genere. Il sindaco Luca Baroncini commenta la vicenda. "In questo momento storico della società Terme – sottolinea - il deposito di un’istanza di fallimento è un fatto che non cambia la situazione della società né la complica. Chi vanta dei crediti pretende giustamente che siano soddisfatti, è un suo diritto. Anche dal punto di vista dei tempi, il deposito dell’istanza fa sì che ci siano pochi mesi per trovare una soluzione e, in assenza dell’istanza, la società avrebbe avuto lo stesso pochissimo tempo per arrivare a un accordo con i creditori. Forse questa mossa è servita a mettere finalmente il socio di maggioranza di fronte alla cruda realtà. Adesso anche la Regione deve muoversi. E ne è consapevole. La società ha già avviato un dialogo con le banche e i loro consulenti. Il ministro del turismo Massimo Garavaglia da parte sua ha chiesto un incontro urgente con Mario Draghi, Cassa Depositi e Prestiti e i soci a Palazzo Chigi per trovare assieme una soluzione celere. I privati interessati stanno a loro volta dialogando.. Credo che i montecatinesi abbiano le scatole piene di una situazione che si trascina dà troppo tempo ed una svolta è comunque necessaria. Se serviva questa istanza a smuovere tutti, almeno ha avuto una sua utilità".

Baroncini ritiene che "il fatto che si debba risolvere la crisi aziendale e la situazione debitoria una volta per tutte sia condiviso da tutti. Una volta tolta la zavorra dei debiti, si può ragionare di rilancio. La buona notizia è che non c’è più tempo per rimandare. Del resto va anche detto che, a mio modesto parere, un fallimento (oggi chiamato liquidazione giudiziale), prevedendo la vendita singola degli immobili, non sarebbe attuabile nel caso di Terme di Montecatini Spa, perché potrebbe risultare deleterio per gli interessi degli stessi creditori che prenderebbero meno da un fallimento che da una trattativa diversa (anche alla luce dei nuovi strumenti messi a disposizione dalla nuova normativa sulla crisi d’impresa che favorisce le soluzioni in continuità). Questo perché gli immobili del compendio termale se messi all’asta separatamente è molto difficile che siano acquistati da qualcuno dal momento che non ci si può far altro che termalismo e non avrebbero la garanzia della disponibilità delle acque. Dunque non avrebbero mercato né il valore di realizzo che si ipotizza su carta e resterebbero invenduti non portando risorse a beneficio dei creditori. Attraverso soluzioni diverse invece si massimizzerebbero proprio i valori dell’attivo patrimoniale". Il consigliere di minoranza Ennio Rucco (Pd) ritiene che "questo sarà un concordato in bianco che più in bianco non si può. Tre anni fa, avevo proposto soluzioni diverse per le Terme in campagna elettorale. Questa situazione era inevitabile".