Grande svastica a Collodi vicino a cippo che ricorda i caduti di un eccidio nazifascista

La svastica è stata realizzata con alcune decine di sedie

La svastica a Collodi

La svastica a Collodi

Pescia (Pistoia), 13 ottobre 2021 - Una svastica di grandi dimensioni, realizzata unendo una cinquantina di sedie trovate sul luogo, è stata rinvenuta nel piazzale di una cartiera chiusa da tempo nella frazione di Collodi a Pescia (Pistoia), che si trova a pochi metri da un cippo che ricorda i caduti di un eccidio nazifascista.

A darne notizia è il sindaco facente funzioni di Pescia Guja Guidi che parla di «gesto insopportabile, specialmente se pensiamo che a pochi metri ci sono i nomi di chi è stato ucciso barbaramente in nome di questo simbolo che porta alla mente solo tragedie e lutti».

«Gli autori, se volevano fare una goliardata, potevano scegliere ben altre immagini - aggiunge in una nota -. Mi auguro che vengano trovati i responsabili e che ci siano giuste condanne, non solo morali». Per il consigliere regionale Pd, originario di Pescia, Marco Niccolai è «un gesto ignobile, un messaggio che inquieta in questo momento di rigurgiti neofascisti, in un luogo simbolo della nostra memoria democratica: ogni anno proprio lì commemoriamo le vittime dell'eccidio perpetrato dai nazifascisti il 26 luglio 1944». «Mi auguro che le forze dell'ordine riescano a individuare quanto prima i responsabili - conclude - di questo che è uno sfregio alla coscienza civile e antifascista della nostra comunità».

L'assessore regionale Nardini

«Esprimo la ferma condanna di un gesto inquietante, che si inserisce in un momento di preoccupanti e offensivi rigurgiti nazifascisti». Così l'assessore regionale alla cultura della Memoria Alessandra Nardini commenta il rinvenimento della svastica. «Violare quel luogo della memoria - aggiunge in una nota - con il simbolo di una ideologia violenta e spregevole, offende chi, per la democrazia, ha dato la vita. La svastica rappresenta una dittatura che ha seminato solo morte, orrore e distruzione. Non deve essere evocata se non come monito di ciò che non dovrà mai più accadere»