Stop al punto nascite, la protesta prosegue

Stella e Incerpi (Forza Italia): "Inaccettabile la chiusura comunicata senza preavviso". Comitato Il Palagio: "Segnali di smantellamento"

Migration

"E’ inaccettabile e irricevibile la chiusura del punto nascita dell’ospedale Santi Cosma e Damiano di Pescia. Non si gestisce la sanità facendo tagli indiscriminati sulle spalle della salute dei cittadini, a maggior ragione dopo che nel passato erano stati riqualificati, con ingente impiego di risorse, la struttura e i servizi del punto nascita, fino ai servizi collaterali del pre e post parto. L’Asl faccia marcia indietro e non privi la Valdinievole di un servizio sanitario così importante". Lo affermano il capogruppo di Forza Italia al consiglio regionale Marco Stella, che ha presentato un’interrogazione urgente, e il coordinatore del partito di Pescia, Marco Incerpi.

"E’ inammissibile – accusano Stella e Incerpi – che la notizia della chiusura sia stata data con così poco preavviso, impedendo la possibilità di intraprendere azioni a livello istituzionale e politico. Quanto alla motivazione addotta, ovvero il mancato raggiungimento dei 500 parti annuali, ha poche giustificazioni, visto che sono numerose le deroghe a questa norma sul territorio nazionale. Sarebbe sufficiente assumere e immettere in servizio più anestesisti, ginecologi e pediatri e la struttura potrebbe continuare a funzionare come ha sempre fatto, servendo la comunità che fa riferimento all’ospedale di Pescia".

Anche il comitato locale Il Palagio, presieduto da Gian Michele Mostardini, prende posizione. "Il nostro comitato, nato per contrastare l’impoverimento socio-ambientale del centro cittadino e per lottare e intervenire a sostegno della riqualificazione della comunità – scrive – non può tacere di fronte alla notizia della chiusura del punto nascite. Leggiamo questo come un ulteriore segnale di ricercato smantellamento; un impoverimento progressivo che nel tempo si è manifestato su più fronti, ma in modo particolare attraverso una costante opera di ridimensionamento del nostro presidio sanitario più importante. Quelle che spesso vengono veicolate come “chiusure tattiche”, spacciate come necessarie per fantomatiche riqualificazioni, successivamente restituiscono solo una minima parte del potenziale o dell’effettivo servizio iniziale, con la speranza (di un certo modo di fare politica e di gestire la cosa pubblica) che la gente comune beva tutta d’un sorso la notizia, magari applaudendo a sipario aperto. Il comitato crede che siano maturi i tempi per un discorso franco con i sindaci della Valdinievole direttamente interessati all’efficienza dell’ospedale di Pescia e con la Regione".