"Punto nascita", Bettarini guida la rivolta. Sindaci chiedono incontro a Eugenio Giani

Baroncini (Montecatini Terme) e Berti (Chiesina Uzzanese): "Non si doveva arrivare a questo punto, ma prevenire e programmare"

Punto nascita (Foto di repertorio)

Punto nascita (Foto di repertorio)

Montecatini Terme, 19 maggio 2022 - Sindaci all’attacco sulla chiusura del Punto nascita dell’ospedale di Pescia. Lunedì c’è stata una riunione tra tutti i primi cittadini della Valdinievole. Da quello che ha detto Daniele Bettarini, sindaco di Buggiano, il primo ad annunciare pubblicamente la sua contrarietà, nel corso dell’incontro "è emerso che per la maggior parte siamo contrari al procedimento di sospensione annunciato dalla Usl in attesa del parere ministeriale sulla deroga". Quindi si deduce intanto che anche se in minoranza, qualcuno non sia contrario.

Comunque in democrazia la maggioranza vince e quindi "è stato deciso – è ancora Bettarini a parlare – di chiedere un incontro urgente al presidente della Regione per cercare una soluzione che scongiuri l’interruzione delle attività dal 1° giugno. La richiesta è stata inoltrata dal presidente della Conferenza dei Sindaci (Torrigiani di Lamporecchio) ma ancora non c’è stata una risposta dalla Presidenza, spero sia questione di ore. Personalmente ripongo qualche speranza nell’incontro dove spero prevalga il buonsenso e sia compreso fino in fondo l’impatto negativo sulla Valdinievole. Nel frattempo ho visto che stanno nascendo comitati contro la chiusura e stanno raccogliendo le firme dei Cittadini, il mio invito per tutti è di firmare in quanti più possibile, sicuramente sarà utile alla causa. Per quanto mi riguarda deciderò le mie azioni, personali e istituzionali, a seguito dell’incontro con Giani. Intanto è emerso che dalle disposizioni della Asl dal 20 maggio non sarà possibile partorire a Pescia".

Sulla vicenda hanno emesso un comunicato congiunto anche i sindaci di Montecatini e Chiesina Uzzanese Luca Baroncini e Fabio Berti: "La chiusura anche temporanea del punto nascite all’ospedale di Pescia doveva essere evitata ed è frutto di una politica sanitaria sbagliata da parte della Regione, sempre più tesa ad accentrare i servizi nelle città più grandi. Riteniamo, da rappresentanti e difensori delle nostre comunità, che questo sia un impoverimento e che non sia la scelta migliore per i nostri territori. Quello che ci preoccupa ancor di più è che questa situazione è solo l’ultima di diverse scelte che stanno lentamente depotenziando l’Ospedale di Pescia, che è invece un’eccellenza che merita di esser preservata e valorizzata e vogliamo garanzie da ASL e Regione che tutte queste scelte non siano frutto di un progetto di graduale chiusura del presidio ospedaliero. Stando al tema del reparto nascite, sappiamo bene che la legge impone la chiusura quando si scende sotto i 500 parti per motivi di sicurezza e sappiamo anche che ASL ha chiesto una deroga. Ma fino a che la deroga non viene concessa intanto il punto chiude. La massima sicurezza è giusto che sia la priorità, dunque capiamo la chiusura sperando che sia davvero solo temporanea. Quello che contestiamo è che non si doveva arrivare a questo punto, ma prevenire e programmare".