Bottiglia molotov contro il "nemico"

Polizia, padre e figlio indagati per fabbricazione di esplosivi e minacce

Le indagini sono state seguite dal commissariato di Montecatini

Le indagini sono state seguite dal commissariato di Montecatini

Montecatini 3 agosto 2018 - La tensione tra quelle persone aveva raggiunto dei livelli... esplosivi. Patrizia Martucci, giudice delle indagini preliminari (Gip) del tribunale di Pistoia, su richiesta del pubblico ministero Linda Gambassi, ha stabilito il divieto di dimora nel territorio provinciale per padre e figlio italiani (di 58 e 25 anni), accusati di aver lanciato una bottiglia molotov contro l’abitazione di un conoscente (anch’egli italiano), a Pieve a Nievole. Il giovane indagato è già noto alle forze dell’ordine per reati contro la persona.

Le indagini sul fatto, avvenuto qualche settimana fa, sono state svolte dagli agenti della squadra di polizia giudiziaria del commissariato di Montecatini, diretto dal vicequestore Mara Ferasin. Il genitore ha ricevuto il provvedimento del Gip, mentre il giovane al momento è irreperibile. I due sono accusati di fabbricazione e detenzione di armi da guerra in concorso, reato previsto dalla legge 895 del 1967. La coppia inoltre è accusata di aver portato fuori dall’abitazione un coltello senza giustificato motivo, oltre che di minacce gravi alla vittima.

Una vicenda lunga e complessa che, nonostante le tipiche banalità delle discussioni tra conoscenti, ha origine lontane. Un giorno, nel corso di una visita a un comune amico di famiglia, padre e figlio hanno incontrato la persona verso la quale nutrivano vecchi rancori. La discussione tra le due parti è subito ripartita, riaccesa da un futile motivo. Qualche giorno dopo, in base ai riscontri effettuati dalla polizia, padre e figlio hanno aggredito per strada l’altra persona, gettandole addosso della benzina. Un gesto preoccupante che ha scatenato ancora di più la violenza degli aggressori, ormai travolti dall’ira.

Così i due hanno deciso di agire in modo ancor più eclatante, preparando una molotov. L’ordigno è solitamente realizzato con una bottiglia di vetro, riempita con liquido infiammabile, il più delle volte benzina. L’innesco più semplice è costituito da uno straccio avvolto intorno al collo del contenitore, bagnato dallo stesso liquido. Dopo aver dato fuoco a questo attacco, la bottiglia viene lanciata contro il bersaglio. Il vetro si frantuma e il liquido si infiamma con effetti devastanti. L’ordigno preparato dai due uomini, per fortuna, è andato a infrangersi all’esterno dell’abitazione dove vive il loro «avversario», frantumandosi nella pubblica via. E’quindi partita l’indagine sui fatti, seguita dagli agenti del vicequestore Ferasin. Il più anziano dei due indagati, oltre a non risiedere nel territorio provinciale, dovrà presentarsi due volte al giorno a un ufficio di polizia giudiziaria. Resta ancora irreperibile il giovane indagato dal commissariato per aver commesso il fatto in concorso insieme al genitore.