"Chiedo perdono per mio figlio"

Parla il padre di Manuel Abruzzo, arrestato per tentato omicidio

Filippo Abruzzo

Filippo Abruzzo.

Montecatini 11 luglio 2018 - «E’ una croce che mi porterò addosso per tutta la vita». E’ un uomo distrutto Filippo Abruzzo, il padre di Manuel, il 31enne di Ponte Buggianese che durante la notte bianca di Montecatini, il 29 giugno, si è scontrato con il 23enne che ha ricevuto da lui due coltellate nell’addome. E’ una famiglia tranquilla e conosciuta quella di Manuel, attualmente agli arresti domiciliari. I suoi genitori sono due lavoratori, così come il figlio. Sperano che si rimetta quanto prima e vogliono chiedere scusa alla famiglia della vittima.

  Come ha reagito quando ha saputo cosa era successo? «Mi si è chiusa la porta della vita. Veder arrivare la polizia a casa a prendere mio figlio è un colpo da cui non mi riprenderò più. Quanto accaduto è una croce che mi porterò addosso tutta la vita».

Cosa farete adesso? «Vorremmo tanto chiedere scusa alla famiglia. Vorremmo poterla incontrare per un confronto tra genitori. Comprendo profondamente la pena che i genitori stanno passando. Non vediamo l’ora che il loro ragazzo stia meglio». 

Voi conoscevate questa famiglia prima dei fatti del 29 giugno? «Sì, credo che fosse la sorella del 23enne una delle ragazze che qualche volta sono venute al compleanno di mio figlio, se non sbaglio. Poi la fidanzata di mio figlio era la sua ex fidanzata. Credo che dopo il battibecco con Manuel quella sera, una volta rimasta sola, prima che mio figlio tornasse da lei, lei stessa abbia chiamato l’altro perchè non si sentiva bene in quel momento. Ma di questo non voglio parlare». 

Ma perché suo figlio se ne va a spasso con un coltello in tasca? «Da tempo aveva paura. Gli accadevano cose strane e ha fatto anche denunce contro ignoti. Nell’ultimo episodio si è trovato la macchina tutta graffiata. Andava in palestra e usciva tardi, al buio e voleva potersi difendere in caso di aggressione. A Montecatini le assicuro che sono in molti a girare col coltello in tasca».

E ora cosa farete? «Cercheremo di incontrare la famiglia per porgere loro le nostre scuse, che sono davvero sentite. Poi proveremo a ricominciare ma ormai la vita non sarà più la stessa. Abbiamo questo solo figlio e gli siamo stati tanto dietro per l’educazione. Non ci ha mai dato problemi; dopo le superiori ha dimostrato maturità e di essere un buon lavoratore. Nessuno di noi tre in famiglia ha mai avuto problemi con la legge, sul lavoro o con i vicini. Vorremmo soltanto adesso che il ragazzo si rimetta in fretta e poi che si riesca a vivere più in pace possibile».