Cintolese, si apre la nuova chiesa

Oggi alle 16 la cerimonia con la consegna delle chiavi al vescovo

Il vescovo Roberto Filippini

Il vescovo Roberto Filippini

Monsummano Terme, 24 marzo 2019 - E’ un viaggio sensoriale tra i simboli della morte, del messaggio, della rinascita, che la nuova chiesa di Cintolese, intitolata a San Massimiliano Maria Kolbe, offre a coloro che vi entrano. Un tempio dove grazie alla particolare architettura dalla forma ellittica nei contrastanti colori chiari della pietra apricena e scuri delle boiserie in legno di noce e al simbolismo delle opere del maestro Giuliano Vangi invita il visitatore a restare per un momento nel sacro, anche da profano. Tutto questo a partire dall’altare, che si innalza su una base bronzea lavorata a forma di albero che sorregge un piano di marmo bianco che ospita segretamente, nella parte sottostante, dal lato che guarda il crocefisso ligneo una piccola teca, che contiene le reliquie di Sant’Allucio, copatrono della diocesi di Pescia, di Santa Gemma Galgani e di Santa Maria Goretti, provenienti direttamente dal Vaticano, in attesa di quelle di San Massimiliano Kolbe in arrivo dalla Polonia, sua terra d’origine.

Non a caso per la base dell’altare il maestro Vangi si è ispirato al legno dell’albero del bosso, usato anticamente nel cristianesimo per contenere le ostie sacre. Alla destra dell’altare la statua dell’angelo messaggero, in pietra apricena come il resto della struttura architettonica e bronzo. «Come sono belli i piedi del messaggero che annuncia la pace» cita intanto dalle sacre scritture il parroco don Francesco Gaddini mentre tocca la statua dell’angelo che annuncia la resurrezione di Cristo, mentre alla destra dell’altare si trova la «sede» la poltrona, sempre in pietra apricena con intarsi evocanti le foglie dell’ulivo, segno di pace e della vite, segno di gioia. Ma la vera sorpresa, in attesa del bassorilievo su San Massimiliano che il maestro Vangi regalerà a breve alla chiesa di Cintolese, è il cristo ligneo che si innalza su tutti i fedeli, da dietro l’altare. Una statua che per apprezzarla nella sua vera natura è necessario guardarla passando da un lato all’altro della chiesa.

"Partendo da sinistra – spiega Don Francesco – il torace sembra quasi pieno di aria, come se Cristo non fosse morto, così come i piedi che sembra si vogliano dare una spinta verso l’alto. Poi, attraversando la stanza, cambia la prospettiva e la statua sembra mutare fino a diventare un Cristo con il torace vuoto, di un colore più freddo, come se avesse esalato l’ultimo respiro mentre le braccia sembrano allungarsi".

Oggi a distanza di soli due anni dalla posa della prima pietra e di 230 anni dalla costruzione del vecchio tempio adiacente, sarà possibile vedere tutto questo. La strada sarà chiusa dalle 15,30 alle 16 la cerimonia inizierà fuori dalla chiesa dove le chiavi dell’edificio saranno consegnate al vescovo Filippini dall’architetto Rossi Prodi e dal presidente della Cmsa Sirio Orsi, per poi spostarsi all’interno dove, durante la messa i parroco leggerà la lettera che papa Francesco ha inviato per l’occasione.