Lactalis: "Chiuderemo lo stabilimento Alival". A rischio settantotto posti di lavoro

La multinazionale francese ha dato la notizia ai sindacati: "Stop entro il primo trimestre del 2023"

Lo stabilimento Alival di Ponte Buggianese, in via Porrione ad Albinatico

Lo stabilimento Alival di Ponte Buggianese, in via Porrione ad Albinatico

Ponte Buggianese (Pistoia), 23 aprile 2022 - Settantotto posti di lavoro sono a rischio, con la possibile chiusura dello stabilimento Alival, azienda leader nella produzione di mozzarelle, a Ponte Buggianese. La previsione è stata inserita nell’ultimo piano industriale di Nuova Castelli, d ella multinazionale Lactalis uno dei gruppi più importanti nel settore del Parmigiano Reggiano, di cui ogni anno, esporta in tutto il mondo 150mila forme, e a cui fa riferimento l’impresa che ha sede anche in Valdinievole. I vertici nazionali del settore agro-alimentare dei sindacati e la rappresentanza sindacale unitaria di Alival hanno appreso con sgomento la decisione dai rappresentanti del gruppo. "Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil z – annunciano un comunicato unitario - chiedono una convocazione urgente al Ministero per lo sviluppo economico - per l’apertura di un tavolo di crisi. Durante la prima riunione di coordinamento nazionale Bu Castelli, i manager di Lactalis, dopo un’analisi sommaria dell’andamento del gruppo Castelli, concentrando l’informativa esclusivamente sulla società Alival, ha annunciato la chiusura di due stabilimenti da realizzare entro il primo trimestre 2023: lo stabilimento di Reggio Calabria e di Ponte Buggianese, e alcuni esuberi nello stabilimento di Santa Rita in provincia di Grosseto.

"Le segreterie nazionali – affermano Fai, Flai e Uila – hanno contrastato prontamente la decisione assunta da Lactalis, proprietaria del gruppo, che arriva a distanza di oltre due anni dall’acquisizione della ex Nuova Castelli, invitando l’azienda a presentarci un piano industriale di rilancio dell’intero gruppo e a ritornare sui propri passi in nome di quella responsabilità sociale che ha contraddistinto la multinazionale francese nel nostro Paese. Un colosso del lattiero caseario come Lactalis non può pensare di mandare a casa oltre 150 persone senza che ci sia stato un confronto di merito finalizzato ad individuare ogni soluzione alternativa alla chiusura di due siti produttivi, che rappresentano un presidio economico e sociale fondamentale per le zone coinvolte. Coinvolgeremo a tutti i livelli le istituzioni perché sia evitata una bomba sociale che ha ricadute dirette sull’intera filiera di una parte importante del nostro Made in Italy". Il proprietario di Nuova Castelli, come già detto dai sindacati, è la multinazionale francese Lactalis, primo gruppo al mondo nel settore lattario-caseario e secondo nel territorio d’oltralpe in quello alimentare dopo Danone.

In Italia, è titolare di importanti aziende storiche come Parmalat, Galbani, Invernizzi, Vallelata, Locatelli e Cademartori. Le perdite di Nuova Castelli, secondo i manager del gruppo, avrebbero imposto la realizzazione di un piano industriale volto al contenimento dei costi che, inevitabilmente, va a toccare anche Alival. Lo stabilimento di Ponte Buggianese produce mozzarelle, porzioni di pecorino e ricotta. Il piano industriale dei francesi non prevede la chiusura delle sedi Alival di Porcari e Siena. Alcuni mesi fa, era venuta fuori la notizia di un possibile interessamento di Lactalis nei confronti del gruppo Danone. Un’operazione che , a giudizio degli esperti, sarebbe stata assai complessa: Danone, che in borsa capitalizza quasi 40 miliardi di euro, è più grande dell’altro gruppo, non quotato, a livello di giro d’affari. Anche Francesco Baccanelli, segretario provinciale di Flai-Cgil, sottolinea la necessità di non far chiudere lo stabilimento Alival di Ponte Buggianese. "L’impatto sociale sarebbeè devastante – sottolinea – le istituzioni devono fare qualcosa al più presto".