"Il previsto aumento del coefficiente numerico per determinare l’autonomia scolastica costituisce un elemento di forte preoccupazione anche per molte istituzioni locali e regionali in merito al rischio di progressivo impoverimento culturale di alcune aree più fragili del territorio, a partire dalle aree interne, periferiche, rurali, montane e insulari, già interessate da fenomeni di spopolamento e di crollo demografico". Lo afferma, nel testo di una mozione, i consiglieri regionali del Pd che hanno deciso quindi di portare il caso in discussione anche in Regione, dopo l’allarme lanciato da Anci Toscana che aveva espresso preoccupazione per la riduzione del numero degli istituti prevista a partire dall’anno scolastico 202425. Riduzione che "rischia di penalizzare sia i Comuni più grandi, che dopo tanti sforzi rischiano di andare in sofferenza, sia i piccoli Comuni, in particolare quelli distanti dai principali centri abitati: un ulteriore problema per le aree interne, che già vivono i disagi di una carenza di servizi". "Crediamo – spiegano i primi firmatari della mozione, Marco Niccolai, presidente della commissione Aree interne, ed Enrico Sostegni - che il provvedimento in parola del Governo, se attuato senza la necessaria flessibilità, rischia di restringere l’autonomia scolastica sull’intero territorio nazionale, con particolare riferimento alle aree più periferiche, che rischiano di assistere ad una ulteriore diminuzione dei servizi sul territorio. Per questo, con il nostro atto, vogliamo impegnare la giunta regionale “ad attivarsi in sede nazionale, a partire dalla Conferenza Stato-Regioni, affinché venga corretto quanto previsto dalla legge 1972022 in materia di autonomia scolastica e di ridimensionamento degli istituti scolastici, evitando che tale riforma, oltre che produrre effetti negativi sulla totalità dei comuni interessati dalla riorganizzazione, generi un ulteriore impoverimento dei servizi presenti nei comuni delle aree interne".