Montecatini, l'allerta della Dia, "Alla mafia piacciono le piccole attività"

Francesco Nannucci capocentro della Direzione investigativa antimafia spiega le nuove strategie delle infiltrazioni criminali nelle città a vocazione turistica

Francesco Nannucci

Francesco Nannucci

Montecatini Terme, 27 novembre 2020 - C’era una volta la criminalità organizzata che in città veniva solo per concludere affari davvero rilevanti, roba da diversi miliardi di lire a botta. Il camorrista Pasquale Galasso, attraverso un prestanome, acquistò il Kursaal, mentre la banda della Magliana riuscì a rilevare l’ex Hotel Paradiso, a Montecatini Alto.

I tempi sono cambiati: adesso anche le piccole attività possono attirare l’interesse delle mafie, soprattutto in questo periodo in cui prosegue l’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 e la Toscana è ancora in zona rossa. Sono in molti a pensare che quando il virus sparirà, rimarranno i danno provocati al mondo delle imprese e al lavoro.

In questo nuovo ambito, sembrano evolversi anche le strategie di infiltrazione nel tessuto economico, un rischio che la città ha corso molto spesso. Le dimensioni non rilevanti di un’attività rischiano di mimetizzare bene il suo effettivo proprietario e le eventuali funzioni di riciclaggio.

La conferma arriva da Francesco Nannucci, capocentro della Direzione investigativa antimafia (Dia) della Toscana e primo dirigente della polizia di Stato. Un uomo delle forze dell’ordine piuttosto esperto che, nel suo curriculum, vanta la guida della squadra mobile di Prato, dove per 12 anni ha svolto un’attività di polizia giudiziaria assai intensa. "In una realtà a vocazione turistica come Montecatini – sottolinea – è necessario prestare attenzione anche al passaggio di proprietà delle attività più piccole che, messe tutte insieme, danno vita a rilevanti indotti legati al turismo". La Dia è molto vigile anche su questo aspetto del problema criminalità.

Dottor Nannucci, quali rischi può correre la città in merito alle infiltrazioni mafiose nel tessuto economico, mentre prosegue la pandemia causata dal Covid-19?

"Montecatini, come tutte le città del suo genere, in questo momento, può rischiare che la presenza della criminalità organizzata sia accentuata. La nostra attenzione verso questa realtà è forte, come lo è anche verso Follonica, altre città in provincia di Siena e altre realtà della Toscana. A Montecatini, nel corso degli anni, le forze dell’ordine hanno appurato una presenza che definirei qualificata della criminalità organizzata".

In città, la pandemia ha portato alcune attività sempre più vicine al fallimento. Alberghi e negozi, come già sta succedendo, potrebbero finire in vendita, attraverso le aste giudiziarie. Quali spazi di manovra può avere la criminalità organizzata in questi ambiti?

"Le aste giudiziarie non prevedono per i soggetti che partecipano l’obbligo di essere inseriti nella white list, l’elenco delle realtà che possono contrattare con la pubblica amministrazione in seguito ad accurati accertamenti, dai quali emergono eventuali legami con le mafie. In assenza di questa procedura, un esponente della criminalità organizzata, magari con precedenti rilevanti, non partecipa direttamente all’asta giudiziaria, per non attirare l’attenzione, ma si serve di soggetti all’apparenza insospettabili. La città poi ha un numero enorme di alberghi rispetto ai suoi abitanti e alle altr e strutture ricettive presenti in provincia di Pistoia".

Come si può combattere e prevenire il problema delle infiltrazioni mafiose in questa e in altre realtà?

"La Direzione investigativa antimafia ha l’abitudine di incrociare tutti i dati a disposizione. Esaminiamo con la massima attenzione gli elementi che possiamo consultare dalle Camere di Commercio, dai trasferimenti delle quote societarie, e anche dalla valutazione dei soggetti imprenditoriali a cui vengono erogati i finanziamenti garantiti da Sace, un’articolazione di Cassa Depositi e Prestiti, ideati per aiutare le aziende in questo periodo di pandemia. L’analisi di tutti i dati a disposizione, senza dubbio, è un lavoro complesso, ma ci permette di scoprire fatti importanti".

Gli uffici delle attività produttive dei Comuni possono svolgere un efficace servizio di prevenzione in merito alla possibile acquisizione di imprese da parte di soggetti poco raccomandabili?

"Compatibilmente ai dati ai quali possono accedere e ad altri compiti istituzionali, penso che siano destinati a rilevarsi utili ed efficaci, come già di fatto avvenuto, collaborando con le forze dell’ordine".

La Dia sta lavorando molto insieme alle prefetture per combattere la presenza delle mafie in Toscana…

"E ’vero e posso dire che siamo molto soddisfatti della sinergia avviata con quella di Pistoia, guidata dal prefetto Gerlando Iorio. Grazie alla collaborazione con gli uffici del rappresentante del governo sul territorio possiamo avere accesso ai cantieri, acquisire dati in più rispetto alle procedure di appalto e analizzare meglio le imprese".