’Mirò per salvare le Terme’ La provocazione di Pucci

L’assessore Lumi sulla crisi: "Il cavaliere bianco arriva solo nelle favole" "Comune pronto a fare la propria parte con un piano di risanamento e rilancio"

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"È giunta all’improvviso, ma non certo inattesa, l’istanza di liquidazione giudiziale a carico di Terme spa presentata dal pool delle banche, creditrici per oltre 27 milioni nei confronti della società. Una situazione che non posso esimermi dal commentare, pur non avendo la delega alle società partecipate, se non altro per aver seguito fianco a fianco col sindaco Luca Baroncini tutte le vicende societarie in questi ultimi tre anni". Alessandro Lumi, assessore al bilancio, commenta così la difficile situazione delle Terme. "Lungi da me l’idea di fare una difesa politica d’ufficio del nostro primo cittadino, che certo non ne ha bisogno – prosegue - ritengo tuttavia doveroso addentrarmi in alcune considerazioni eminentemente tecniche, se non altro perché la crisi d’impresa è materia di cui mi occupo professionalmente da oltre trent’anni. La situazione che abbiamo trovato al nostro insediamento non è un mistero, era drammatica, con debiti elevatissimi ed un fatturato ridotto ai minimi termini, che solo in parte riusciva a coprire i costi di gestione, con la conseguenza che ogni anno il buco continuava ad allargarsi. Gli interventi messi in atto prima del nostro arrivo non sono mai andati nella direzione di trovare rimedi strutturali per recuperare un equilibrio economico, ma hanno mirato essenzialmente a dare iniezioni di liquidità, prevalentemente attraverso l’alienazione di asset immobiliari, liquidità che veniva poi rapidamente bruciata nella fornace dei costi di gestione. Questa amministrazione, fin dal primo giorno, preso atto dell’insostenibilità della situazione e consapevole che la via di impiegare risorse dei cittadini per allungare il brodo e passare la palla a chi verrà dopo non era più percorribile, ha avviato immediatamente un percorso condiviso col socio di maggioranza per giungere ad un vero risanamento". L’assessore ricorda che solo "sui vari tavoli volti all’individuazione di una complicatissima soluzione sono passati fior di professionisti ed esperti di crisi d’impresa. Della questione ad esempio si è a lungo occupato il professor. Stanghellini, uno dei massimi esperti della materia a livello internazionale, senza contare i vari advisor incaricati di predisporre piani industriali a supporto di soluzioni stragiudiziale, poi rivelatisi di difficile realizzabilità, fino agli attuali consulenti, Panelli e Venturi, che sono tra i massimi esperti di procedure concorsuali operanti nella circoscrizione del tribunale di Pistoia". Lumi sottolinea che "le conclusioni di tutte le analisi svolte sono state sempre le stesse: qualunque soluzione della pesante crisi non può fondarsi unicamente sui flussi finanziari di una gestione risanata, perché lo stock di debito è ormai talmente elevato che non si può prescindere da massicce iniezioni di liquidità da parte dei soci attuali eo nuovi e da una importante componente liquidatoria con la vendita di tutti i beni non strategici. Ulteriori risorse andranno poi messe in campo per finanziare le necessarie operazioni immobiliari (completamento delle Leopoldine, ristrutturazione degli altri stabilimenti) ed il rilancio dell’attività termale. E dovrà in larga parte trattarsi di risorse apportate a titolo di capitale, non certo o non solo di finanziamenti da restituire che costituirebbero nuovi debiti da restituire con i flussi gestionali. Da qui la crescente consapevolezza che la salvezza delle nostre Terme può ragionevolmente passare (anche) dall’intervento di investitori privati, con i bandi che si sono susseguiti con l’obiettivo di portare a Montecatini soggetti in grado di affiancarsi ai soci pubblici nell’opera di risanamento. Bandi dai quali sono nate anche situazioni spiacevoli dai contorni ancora da chiarire, ma che rappresentavano l’unica ragionevole via di uscita".