Le riflessioni di Ciuffreda sull’idea d’imperfezione

Presentazione del libro "Grazie a Dio non sono perfetto. Percorsi di vita". L’uomo racconta la sua disabilità dalla nascita, a causa del Talidomide

Lacrime e sorrisi sabato scorso, nel salone Portoghesi delle Terme Tettucio, dove è stato presentato il libro "Grazie a Dio non sono perfetto. Percorsi di vita" di Antonio Ciuffreda. Un miscuglio di ricordi ed emozioni ha cucito gli interventi appassionati del pubblico e dei relatori. Il vescovo Roberto Filippini, che non ha potuto partecipare, ha inviato un lungo messaggio di riflessione sulla coraggiosa figura di Ciuffreda e sul concetto di imperfezione legato alla grazia della fede e alla provvidenza. Il titolo del volume autobiografico è un grido alla nostra società che inutilmente insegue il mito della perfezione. L’opera, edita dalle edizioni Del Rosone, è stata raccontata in un piccolo salotto di letteratura ed emozioni, moderato dal giornalista Marco Giorgetti. L’iniziativa ha riscosso un successo di pubblico che è andato oltre le migliori aspettative. Molti addirittura hanno seguito in piedi la promenade di riflessioni che è durata un paio d’ore. In prima fila, i ragazzi della Gometa, associazione Onlus della quale Ciuffreda è presidente, e i loro volontari. Presente come sempre la moglie Annalisa che con garbo e dolcezza, insieme al figlio Francesco, ha coordinato i lavori nell’ombra, insieme a un gruppo di collaboratori e amici di tutta una vita. Relatori, i docenti di lettere Giampiero Giampeiri e Giovanna La Porta, il professor Dimistris Agilopoulos, docente universitario di pedagogia speciale e Farina Martino Marasca, che è intervenuta con un video in remoto. Emozionate il filmato realizzato da Ciuffreda e Francesco Sturlini. Prezioso il servizio prestato, sia al’accoglienza che alla cena di gala. Gli stagisti, accompagnati dal professor Edoardo Govi, con passione e professionalità hanno lavorato a fianco dei dipendenti del Caffè Storico Terme Tettuccio. Una prima presentazione del libro si era già tenuta a Mattinata, in provincia di Foggia, dove Antonio è nato nel 1963. o nella sede dell’Osservatorio Comunale Permanente sulle disabilità ed il disagio sociale, di Mattinata, Antonio Ciuffreda ha incontrato i suoi concittadini, anche se lui vive fuori Mattinata da anni, e il presidente dell’Osservatorio Antonio Pietro Totaro. Lo scritto vuole trasmettere la voglia di vivere, senza alibi anche se nati disabili. Non esistono ostacoli mentali se si capisce che si può e si deve trasmettere tutto ciò che si, è ricevuto. I 14 capitoli che formano questa sorta di zibaldone, sono un excursus della difficile ma significativa vita di chi, per colpa di un farmaco mai sperimentato, ha dovuto fare i conti con la vita sin dalla nascita.

Il ricavato di questa opera, scritta di getto e con il cuore, è destinato all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze.

""Disabile dalla nascita a causa della Talidomide, farmaco killer somministrato in Italia ed Europa a cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta - scrive Antonio - sono un impiegato di banca, coniugato dal 1989 e padre di tre figli ormai adulti. Impegnato nel volontariato dall’età di 14 anni, sono presidente dell’Associazione La Gometa dal 1987. Partecipo attivamente, dall’inizio degli anni Ottanta, allo studio e alla formazione spirituale del volontariato sociale, del terzo settore e della politica, al fine di sensibilizzare sul valore della solidarietà e della partecipazione. Laureando in Scienze dell’Educazione, in questi ultimi due anni ho partecipato a diversi incontri universitari dove sono stato chiamato, come relatore, nella doppia veste di disabile e di persona impegnata nel mondo della disabilità"". È di settembre 2021 la pubblicazione del volume "La tragedia della Talidomide", presentato come lavoro di ricerca e approfondimento scientifico, edito da Florence Art Edizioni. Picucci era presente in sala e ha effettuato il servizio fotografico dell’evento. "Grazie a Dio non sono perfetto. Percorsi di vita"" insegna "a prestare attenzione, a sentirsi responsabile per l’altro, ad agire con delicatezza e tenerezza, ad avere fermezza e ad indignarsi di fronte alle ingiustizie, all’incuria, alla negligenza e alla banalizzazione della condizione di vita... a prendere cura, di sé e dell’altro".