La morte di Luana ricostruita nel video in 3D

Dalla staffa che aggancia la felpa dell’operaia ai quattro giri del corpo attorno al subbio: la simulazione mandata in onda da Le Iene

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La dinamica della morte di Luana D’Orazio, stritolata dall’orditoio a cui stava lavorando, è stata ormai ricostruita in tutti i dettagli. Ma un conto è leggere una relazione, un conto vedere le immagini video della ricostruzione 3D di quella tragedia. Alcuni frame di quel video, elaborato dai legali che assistono la famiglia di Luana, sono stati trasmessi dalla trasmissione Le Iene, che occupandosi della tragedia di Oste ha effettuato un focus sulle modalità dell’incidente, anche sulla base di quanto scritto negli atti della consulenza tecnica richiesta dalla Procura. Nella relazione dell’ingegnere Carlo Gini si legge che "il corpo della donna ha compiuto almeno quattro rotazioni prima dell’arresto della macchina". E si sottolinea che "le rotazioni del corpo che hanno ucciso Luana d’Orazio, alla luce della velocità di movimento dell’orditoio, sarebbero avvenute in un tempo compreso tra 7 e 10 secondi". La video-ricostruzione dell’incidente tenta di dare risposte all’interrogativo che in tanti si sono posti dopo quella morte assurda. Secondo quanto ricostruito al computer, Luana avrebbe azionato il macchinario, che ha iniziato a girare. E fatale in quel momento sarebbe stato il gancio di metallo che sporge alla fine del subbio. Una staffa di metallo che presumibilmente ha agganciato la felpa di Luana D’Orazio trascinandola nell’ingranaggio. Nella simulazione il corpo esile di Luana compie quattro giri, agganciato al cilindro del subbio, fino alla morte per compressione della gabbia toracica. Nella simulazione si vede il corpo dell’operaia che, una volta agganciato, viene trascinato dal movimento del macchinario.

Luana D’Orazio ha lasciato un bambino di 5 anni e a lui va il ricavato dall’asta organizzata dall’archivio Carlo Palli che ha totalizzato - la cifra è stata ufficializzata ieri - 39.070 euro grazie alla mobilitazione corale di decine di artisti che hanno risposto all’appello lanciato dallo stesso Palli, donando le loro opere. Il primo ottobre alla Farsettiarte sono state battute all’asta e acquistate la maggior parte delle circa 200 opere disponibili, una trentina delle quali era stata messa a disposizione dall’Archivio Palli, ma nelle settimane successive sono state vendute anche quelle rimaste. "L’intera cifra è depositata su un conto corrente intestato alla Fondazione Opera Santa Rita ed è a disposizione della famiglia", spiega Palli. "Speriamo che sia utile per il futuro del bambino di Luana".

Silvia Bini