Il ricordo dell’eccidio "Soltanto l’amore crea"

Commemorazione a Cintolese e messa celebrata dal vescovo Filippini. Gli studenti danno vita a una rappresentazione di quel tragico giorno

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Cerimonia toccante per celebrare le 174 vittime dell’eccidio del Padule di Fucecchio del 23 agosto 1944. Chiesa di Cintolese intitolata a San Massimiliano Maria Kolbe piena solo per un terzo, finché non sono giunte, dopo la messa, le famiglie dei ragazzi che hanno partecipato alla rappresentazione diretta da Firenza Guidi spostata all’interno a causa del maltempo. Sono stati recitati i nomi e l’età di tutti i 174 morti al cospetto delle autorità e dei tre sopravvissuti Vittoria Tognozzi, Tosca Lepori e Quinto Malucchi che, nonostante l’età e il dolore rinnovato ogni volta cui si aggiunge quello degli altri superstiti Enrico Iozzelli e Carla Malucchi, continuano a raccontare ai ragazzi la guerra e quel giorno.

L’assenza del presidente Sergio Mattarella e del presidente della Regione Eugenio Giani – sostituiti rispettivamente dalla senatrice Caterina Bini e dall’assessore regionale Alessandra Nardini – è stata in parte compensata da un lungo applauso che ha accolto Dino Lepori, sopravvissuto alla strage, che adesso ha 99 anni. Particolarmente intensi la messa e l’intervento del vescovo Roberto Filippini sul Vangelo di Luca scelto per la cerimonia. "Siamo qui – ha detto il vescovo – per rispetto e pietà nei confronti delle vittime che sono state uccise barbaramente per la lucida follia e l’orribile calcolo di chi voleva terrorizzare ogni possibile opposizione e questa strategia ha raggiunto gente semplice, inerme, ignara di quel che stava accadendo, pecore da macello colpite a caso da chi si sentiva padrone della vita e della morte degli altri. Ma come disse San Kolbe a colui che lo stava uccidendo “solo l’amore crea“ e dunque anche per questo dobbiamo restare umani". Particolarmente toccante poi l’esibizione dei piccoli di Firenza Guidi nei panni dei bambini protagonisti di allora. "Non è solo la morte, ma tutto il resto – ha detto la regista – sono le braccia strappate, il sangue, la ferocia sui corpi di queste persone a fare tutto il resto, nella mente dei bambini. Perché la cosa importante da ricordare oggi è che Tosca, Vittoria, Enrico e Quinto erano solo dei bambini quando hanno visto il male degli uomini".

Arianna Fisicaro