La città era conosciuta in tutta Italia per l’ampiezza del fenomeno. "A Montecatini, di notte, le prostitute arrivano anche a 60-90 lungo le strade", raccontavano con sorpresa turisti e altre persone di passaggio a Montecatini. Nel periodo di Ferragosto del 1999 ne vennero contate addirittura 200. Nel 2019 il futuro ministro degli Interni Matteo Salvini, durante un comizio per le amministrative, disse che Montecatini doveva smettere di campare con le donne di malaffare. Oggi com’è la situazione? Durante la bella stagione ne sono state contate in media 12-13, mentre adesso, con il freddo che entra nelle ossa, siamo a due, massimo tre. Che cosa ha fatto invertite il fenomeno? Torniamo indietro nel tempo, quando tra il 1995 e il 1999 la città era guidata dal sindaco Corrado Messeri. Renzo Ciofi, allora comandante della polizia municipale, ideò il Progetto Anima, che prevedeva di multare i clienti delle lucciole. Polizia municipale, polizia di Stato, guardia di finanza e carabinieri iniziarono a sanzionare gli uomini in cerca del piacere perché creavano problemi al traffico. L’idea di colpire il consumatore fu portata avanti anche dai successori di Messeri: Ettore Severi, Giuseppe Bellandi e Luca Baroncini hanno perseguito questa linea con impegno. Da un certo punto in poi anche le prostitute sono state multabili, in base alla legge italiana. Una sanzione di quel genere per donne di questo tipo significa anche ulteriori controlli e approfondimenti sulla loro vita. Alla fine le multe alle prostitute e ai clienti, che oggi raggiungono 599 euro a persona, sono state inserite nell’attuale regolamento di polizia municipale. Così piano piano i molti controlli hanno fatto allontanare diverse ragazze che lavoravano in strada. A Montecatini sono rimaste soprattutto quelle che, in un modo o nell’altro, hanno la cittadinanza italiana e non rischiano espulsioni perché prive del permesso di soggiorno. La lunga azione ha visto il coinvolgimento di vari soggetti istituzionali ed è servita a ridare dignità alle strade cittadine. Certo ci sono ragazze che esercitano negli appartamenti, mettendo annunci su Internet, senza fare la passerella lungo le vie. Ma proteste contro questi soggetti non vengono più fatte, a riprova che erano gli approcci lungo le strade, senza dimenticare i rapporti consumati sotto case dove vivono famiglie, a preoccupare di più la gente. Non va dimenticato anche un aspetto importante: la crisi economica, aumentata ancora di più durante la pandemia, ha spinto molti a risparmiare anche sotto questa voce. Il sesso a pagamento, anche solo per 50 euro, di fatto è diventato un vero lusso. La città ha comunque raggiunto una condizione apprezzabile con la diminuzione delle prostitute in strada. Le istituzioni ovviamente intendono andare avanti con la linea legata ai controlli e alle sanzioni amministrative, senza dimenticare i controlli delle residenze. Daniele Bernardini