Tutti per gli Uffizi diffusi, ma qualche voce fuori dal coro non manca. Andrea Bonvicini, ex assessore e alla guida di un comitato di commercianti, nel suo ultimo intervento così si esprime: "Mi pare si voglia utilizzare un depistaggio per spostare l’attenzione dalle Terme e dalla loro fine, mettendo su un altro tavolo l’ipotesi degli Uffizi diffusi. Si parla degli Uffizi e le Terme, che dovrebbero mettere a disposizione gli spazi, falliscono nell’indifferenza". Non è contrario al grande museo in città, ma al momento lo valuta come una cortina fumogena per non affrontare il vero dramma: la fine sostanziale del nostro termalismo.
Per la verità anche nel mondo dell’arte, a prescindere dalle aspettative montecatinesi, le riserve al progetto non mancano. Già a fine 2020 su "Emergenzacultura.org" si leggeva il testo di una lettera inviata al Corriere Fiorentino da Andrea De Marchi, professore ordinario di Storia dell’arte medievale e coordinatore del Dottorato in storia delle arti e dello spettacolo dell’Università di Firenze. Questo il titolo: "L’idea degli Uffizi diffusi e l’illusione pericolosa di disfare e rifare i musei". In pratica la domanda è questa: l’arte va valorizzata per se stessa e il suo valore culturale intrinseco o deve essere al servizio del turismo? C’è chi sostiene che l’organicità delle raccolte d’arte deve essere preservata. Dibattito complesso e interessante.
Mai