"Ferrovia, scontro incomprensibile"

L’ex assessore Pellegrini commenta le ultime uscite di Baroncini e Bellandi: "Scaricano le responsabilità"

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Ferrovia da raddoppiare nel tratto montecatinese, ma come? A raso, sopraelevata o interrata? Il dibattito è timido e dalle parole si è ben lontani dal passare ai fatti. Ora interviene l’architetto Valdemaro Pellegrini, ex assessore all’urbanistica della giunta Messeri.

"Dopo la vostra doppia pagina della scorsa settimana dedicata al sabotaggio della linea ferroviaria – scrive – con un meritorio riepilogo delle ultime fasi del dibattito sul futuro della storica divisione urbana, con sorpresa non ho trovato alcun riferimento a un box apparso il giorno prima (13 gennaio) nella pagina del Recovery Plan secondo cui sono previsti 26,70 miliardi di euro per opere ferroviarie diverse dall’Alta Velocità già previste o in realizzazione. Mi sembrava una novità da prendere al balzo, in grado di superare il problema del costo elevato dell’auspicato interramento dei binari, unica vera soluzione fin dall’inizio e infatti rimpianta in tutte le ultime dichiarazioni come “ideale”, però oggi “impossibile” secondo Baroncini e quindi perduta".

"Lo scontro partito subito fra i due ultimi sindaci appare assai strano – prosegue Pellegrtini – perché alla fine entrambi concordano sullo stop a tale soluzione, seppur con differenti motivazioni. Baroncini lo rimpiange e afferma non essere più compatibile coi lavori in corso verso Pistoia. Forse almeno in parte è proprio così e comunque non è certo colpa sua. Lo diventa però quando il sindaco va a ripescare a inaccettabili soluzioni di ritorno quali sottopassi e cavalcavia, ritenuti più sostenibili della sopraelevata, ma già rifiutate a suo tempo nel dibattito partecipato da folle di cittadini. Tornare al punto di partenza dopo oltre 30 anni è un bel corto circuito. Bellandi a sua volta rivendica l’atteggiamento singolare di aver mantenuto l’ipotesi di interramento, ma gravandolo al contempo di pesanti ragioni del suo necessario non farsi, cioè il costo e il rischio idrogeologico, per finire in bellezza con l’ineludibiltà dell’abbattimento di immobili, peraltro inevitabili con ogni soluzione salvo complicati spostamenti di linea".

"In realtà – riprende Pellegrini – grazie alle rinnovate pressioni dei cittadini, Bellandi, nonostante la sua personale avversione all’interramento, è stato abile a congelare lo status quo con binario unico, ripetendo l’esito accettato nel dibattito anni ’80, ma poi ha omesso di approfondire i temi sul tappeto durante la sospensione ottenuta. Il rinvio delle scelte è stato sbagliato e foriero di complicazioni, forse di fallimenti. Si è ben guardato dall’affrontare perfino il problema della “diga di 14 metri” con adeguati studi geologici di alto livello (un carotaggio alla Lazzi non chiude alcun discorso): ricordo testi di tecnica idraulica per superare tali problemi, ma se dagli studi risultasse impossibile, solo allora sì amen. Intanto oggi il successore e Rdi fanno pesare il lotto 1 come insormontabile incompatibilità.

"Allora se Baroncini e Bellandi sono d’accordo sullo stop – conclude – di cosa litigano, se non per scaricare la responsabilità della rinuncia all’interramento e forse per un giudizio storico-politico che oggi interessa poco o niente? Non sarà che il danno di gigantesche proporzioni per la città incute loro qualche paura di troppo? Spero che i comitati formatisi non stiano “sull’uscio a rimirar stormi d’uccelli neri“: la questione interessa in primis a loro e a qualche cittadino come me".

Mai