Raddoppio della ferrovia, città divisa

Due comitati per il no alla sopraelevata

L'assessore regionale Ceccarelli durante un sopralluogo al cantiere di Serravalle

L'assessore regionale Ceccarelli durante un sopralluogo al cantiere di Serravalle

Montecatini, 18 gennaio 2019 - «Il raddoppio della ferrovia che passa in città è una scelta epocale per Montecatini. I cittadini potranno scegliere il progetto che ritengono migliore tra quelli in arrivo da Rfi grazie a un referendum promosso dal Comune». Sono parole del vicesindaco Ennio Rucco pronunciate martedì 19 aprile 2016 alla Misericordia di Montecatini (La Nazione del 22 aprile, titolo Raddoppio, si andrà al referendum). «Stiamo lavorando – disse ancora – per apportare modifiche allo statuto comunale e introdurre questo strumento di partecipazione». 

«Ci siamo attivati in commissione regolamenti per inserirvi il referendum. Siamo pronti: appena ci danno i progetti possiamo consultare la cittadinanza». Questa invece è la dichiarazione dello scorso sabato 12 gennaio, sempre alla Misericordia, del consigliere comunale Massimo Morini (Montecatinesi). Insomma sono trascorsi quasi tre anni e l’unica certezza è che nello statuto comunale non è ancora contemplato alcun referendum.  Contro la realizzazione della sopraelevata – il cui costo è più che doppio rispetto al progetto a raso: 67 contro 30 milioni di euro – esistono tuttora due comitati di cittadini: ’Montecatini Domani’ e ’Mai Sopraelevata’ (www.maisopraelevata.org). «Siamo ancora ben attivi – confermano entrambi – e seguiamo con attenzione la situazione, tenendoci però a distanza da ogni dibattito in chiave preelettorale», tengono a far sapere.

Intanto RFI sta sostituendo in queste settimane i pali della linea elettrica anche sulla tratta Montecatini-Pescia. Segno che non prevede in tempi brevi grandi opere di raddoppio. Il nodo dei finanziamenti, soprattutto per una eventuale sopraelevazione, resta del tutto irrisolto, tanto più adesso che da Roma sarebbero in arrivo pesanti tagli (5 milioni in meno) per la tratta Lucca-Pescia. Irrisolta anche la questione dei passaggi a livello, con il rischio che, una volta concluso il raddoppio Pistoia-Montecatini, Rfi decida per soluzioni drastiche ancor più penalizzanti per una città già divisa dei binari e con passaggi a livello «preistorici». Come quello di via Marruota, che si chiude dai 5 ai 7 minuti prima dell’arrivo del treno e si riapre, quando va verso Pescia, anche 30 secondi dopo. Mai pensato a tecnologie più moderne?