Ex parà morto: l'Asl deve risarcire

Cifra a cinque zeri per il padre di Claudio Ciampalini, scomparso a 31 anni

Risarcimento record per il padre dell'ex parà

Risarcimento record per il padre dell'ex parà

Montecatini 24 dicembre 2016 - L’Azienda Usl Toscana Centro deve risarcire con una cifra a cinque zeri il padre del giovane ex-paracadutista della Brigata Folgore deceduto il 3 giugno 2009. E’ questa l’ultima sentenza emessa dal Tribunale Civile di Firenze. Si tratta della terza decisione presa dalla magistratura toscana – le due precedenti erano arrivate dal tribunale penale fiorentino – nella lunga vicenda che ha riguardato la triste storia di Claudio Ciampalini, originario di Castelfiorentino e residente in Valdinievole – nell’area del Montalbano, dove aveva avviato un’attività in proprio – scomparso all’età di appena 31 anni e 10 mesi, dopo vari accessi al pronto soccorso all’ospedale di Empoli e il ricovero avvenuto il 29 aprile 2009.

 

Nel marzo 2009 il giovane iniziò ad accusare i primi sintomi di una forma di febbre e di tosse, unite a un persistente dolore toracico mai regredito, tanto che in un ristretto arco di tempo fece due volte ricorso alle cure del pronto soccorso dell’ospedale empolese, dove fu espressa in entrambe le occasioni la diagnosi di broncopolmonite, con conseguenti prescrizione di cura domiciliare a base di differenti farmaci antibiotici. Vista l’inefficacia della terapia prescritta dai medici e il progressivo aggravarsi del quadro clinico, il giovane a fine aprile dello stesso anno venne ricoverato nel reparto di pneumologia dello stesso ospedale, dove rimase degente fino al 20 maggio successivo.

 

Solo dopo l’effettuazione di una Tac al torace, eseguita il 16 maggio, ovvero dopo oltre due settimane dal ricovero – e 35 giorni dall’esordio sintomatologico – con successiva biopsia midollare i sanitari giunsero alla diagnosi definitiva di leucemia mieloide acuta. Constatato lo stadio ormai avanzato della patologia, la cui evoluzione è particolarmente impetuosa «se non tempestivamente e adeguatamente trattata», le terapie successivamente praticate non sortirono alcun benefico effetto. Purtroppo le condizioni del paziente erano già irrimediabilmente compromesse. Il giovane morì il 3 giungo, dopo oltre due mesi di sofferenze. Per la stessa vicenda L’Ausl Toscana Centro rischia in un prossimo futuro di dover risarcire altri parenti stretti della vittima, segnatamente il fratello e i nipoti, i quali hanno intentato una separata causa civile.

 

Il tribunale di Firenze, in sede penale, nel giugno 2014 condannò tre medici dell’ospedale di Empoli per il reato di omicidio colposo dell’ex-paracadutista. La famiglia si era costituita parte civile, sempre assistita dall’avvocato montecatinese Gerardo Marliani. La sentenza emessa dal giudice Paola Masi riguardò i medici Antonio Iannuzzi, Franco Gallorini e un terzo medico (poi assolto in appello) a una pena di quattro mesi di reclusione, con la sospensione condizionale e la non menzione. Il giudice inoltre condannò i tre imputati in solido al risarcimento dei danni alle parti civili, fissando una provvisionale immediatamente esecutiva di 20mila euro per ciascuna parte civile.

 

Nello stesso processo fu assolto un quarto medico per non aver commesso il fatto.  La terza sezione penale della Corte d’Appello di Firenze nel luglio di quest’anno aveva poi confermato le condanne per omicidio colposo inflitte nel 2014 ad Antonio Iannuzzi e Franco Gallorini, medico del pronto soccorso e primario di pneumologia del San Giuseppe di Empoli. Un terzo specialista coinvolto, come già detto, è stato invece assolto.