Spacciatori nigeriani nel mirino della Dia

La Direzione investigativa antimafia analizza i risultati delle forze dell'ordine

Francesco Nannucci, capocentro della Dia e primo dirigente della polizia di Stato

Francesco Nannucci, capocentro della Dia e primo dirigente della polizia di Stato

Montecatini 3 dicembre 2019 -   La Direzione investigativa antimafia (Dia) di Firenze è alle prese con i risultati relativi all’attività di repressione dello spaccio di eroina, svolta dalla polizia di Stato e dai carabinieri, contro la vendita dello stupefacente effettuata da parte di pusher nigeriani, in Valdinievole e nel resto della provincia Pistoia. Francesco Nannucci, nuovo capocentro della struttura in Toscana e primo dirigente della polizia di Stato, da poche settimane ha sostituito Nicola Franco alla guida dell’importante ufficio e, insieme ai suoi collaboratori, analizza con particolare attenzione i dati relativi al secondo semestre del 2018.

Perché in mezzo a tanti episodi, piccoli e grandi, un buoni investigatore deve sapere mettere tutto insieme e capire le cause di un fenomeno che, ormai, va avanti da troppo tempo. Gli spacciatori nigeriani, per lui, non sono certo una novità: nel 2016, mentre era alla guida della squadra mobile di Prato, dovette affrontare l’emergere del fenomeno e, grazie alle sue indagini, la questura di Pistoia e il commissariato di Montecatini hanno potuto avviare un’importante attività di repressione, insieme anche alla Compagnia dei carabinieri, che prosegue tutt’ora.

Nannucci, fiorentino, 54 anni, prima di dirigere diversi anni l’organismo investigativo di Prato, è stato anche a Reggio Emilia e Genova. Una volta promosso primo dirigente ha trascorso un anno alla questura di Catanzaro, dove si è occupato della polizia sociale e amministrativa. Poi è tornato in Toscana, a fare l’investigatore, la passione della sua vita. Un poliziotto di grande esperienza che, adesso, deve fare anche i conti con i retroscena legati allo spaccio di eroina in Valdinievole. Come mai i pusher nigeriani hanno preso il posto di molti italiani con questo tipo di stupefacente e, soprattutto, perché nonostante i numerosi arresti spunta sempre qualche connazionale a sostituire chi finisce in galera? Spetterà agli inquirenti dare una risposta a questo mistero.

Tra tutti i fatti emersi nel secondo semestre dello scorso anno, senza dubbio, merita di essere citato l’arresto di uno spacciatore nigeriano di 37 anni, da parte degli agenti del commissariato di Montecatini, diretto dal vicequestore Mara Ferasin, mentre era intento a vendere eroina nel parco di Villa Ankuri a Massa e Cozzile. Grazie a una Tac, effettuata all’ospedale di Pescia, gli agenti hanno scoperto che nascondeva 350 dosi di eroina nell’intestino. A fine giugno, i poliziotti sono riusciti ad arrestare un altro nigeriano che operava nella zona Sud di Montecatini. A luglio,gli agenti hanno messo in manette due pusher che operavano a pochi metri dall’oratorio del Corpus Domini, frequentato da numerosi bambini. E, tornando ancora più indietro, a gennaio 2018, i carabinieri di Pescia hanno sorpreso uno spacciatore nigeriano mentre vendeva eroina a una donna di 53 anni.

La Dia, nei mesi scorsi, ha sottolineato come la presenza degli spacciatori nigeriani, in Valdinievole e in provincia di Pistoia, sia caratterizzata da un sostanziale pendolarismo. Molti di questi pusher vivono a Firenze, ma vengono in questa zona per vendere eroina. Gli spacciatori nigeriani sono caratterizzati da una forte mobilità, anche quando devono incontrare i fornitori. Le modalità del passaggio dello stupefacente dallo spacciatore al cliente è senza dubbio disgustosa. L’eroina, contenuta in palline termosaldate, viene passata di bocca in bocca.