Dai campi di calcio al lavoro di tata: l’impresa di Denise Gironi

Rinascono le Giovani Granata Monsummano. "Non è stato facile trovare le giocatrici, ce l’abbiamo messa tutta e adesso ci siamo"

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Più difficile rincorrere Santiago della punta avversaria: perché il bimbo è sgusciante e imprevedibile mentre gli attaccanti, spesso, hanno movimenti preordinati e conosciuti. Denise lo sa, ma adora i bambini e il gioco del pallone. Da sempre o quasi. La femmina di casa Gironi ormai è una donna, avendo compiuto 29 anni lo scorso 11 maggio. Una donna del Toro (inteso come segno zodiacale, perché il tifo invece è tutto per la Juventus), che ha contribuito al grande ritorno sui campi da calcio delle Giovani Granata Monsummano. "Abbiamo trascorso un paio di mesi d’inferno, attaccati al telefono o a giro a cercare calciatrici: all’inizio eravamo io e Francesca Campigli, il portiere. Io, l’allenatrice Laura Sonatori e il direttore sportivo Collodi ci siamo messi di buzzo buono ad allestire la squadra. Oggi contiamo 16 elementi e ne cerchiamo altri, per rinforzare determinati ruoli. Insomma, possiamo dire che ce l’abbiamo fatta". Se non il Paradiso, s’inizia a intravedere il Purgatorio. Figlia di Luca, dirigente delle Giovani Granata, e Tiziana, un fratello e un fidanzato entrambi più grandi di 9 anni (guarda il caso), rispettivamente Ronny e Diego, è nata a Pescia, convive a San Baronto e ha la famiglia d’origine a Massa e Cozzile. Valdinievolina doc, diplomata all’Istituto Alberghiero di Montecatini Terme (settore ricevimento) e laureanda in Scienze dell’Educazione e della Formazione all’Università di Firenze (ramo infanzia), ha trovato lavoro a contratto in questo "annus horribilis", un 2020 che, purtroppo, ricorderemo a lungo. "Nella sfortuna, un colpo di buona sorte – racconta –. A lockdown terminato, sono diventata baby sitter di 3 bambini: Santiago, 6 anni il prossimo 21 ottobre, testardo, Nicole, 5 a novembre, una peperina, e India Manuela, 2 sempre il prossimo mese, amorevole a modo suo. La storia è singolare: ho ritrovato Giulia, la loro mamma, una persona con cui da piccola ho condiviso la pratica della ginnastica artistica. Lei e suo marito, Antonio, sono da ringraziare perché non hanno offerto lavoro solo a me, ma con il loro show room di abbigliamento e vendite online stanno dando un’opportunità a tante persone. È più facile stare dietro alla squadra, dirigere la difesa, che ai bimbi, perché quando hanno le loro giornatine…". Lei, esperienze di football a Rovezzano, Montecatini, San Miniato (Scalese), Monsummano e la passata stagione spezzoni a Pontedera, Pistoia e Larciano prima dell’interruzione per la pandemia, allenatrice dei vivai maschili a Margine Coperta, Academy Tau, Monsummano e Montalbano, sa come fare, coi pargoli e gli spogliatoi del "gentil sesso". "Questione di equilibri. Cerco di essere autorevole, non urlo né grido, cerco sempre il modo più tranquillo per spiegarmi. Anche con le compagne di squadra: certe cose si dicono sul rettangolo verde e tutto deve finire lì, guai a serbare rancore. Sono pignola, sì, e dico che col Monsummano vogliamo fare bene, che non significa vincere il campionato. Ma neppure giocare tanto per fare, della serie che si vinca o si perda è uguale. No, non è così". Gianluca Barni