Torna la satira a Monsummano e lo fa il prossimo 4 maggio con un personaggio dalla battuta sempre pungente al punto giusto. La città del Giusti, dove un tempo si teneva l’ormai definitivamente naufragato omonimo premio dedicato al più famoso poeta satirico risorgimentale e che ha visto sul palco del teatro cittadino personaggi dello spettacolo come Paolo Villaggio, Paolo Poli, Sabina Guzzanti, Elio e le storie tese, oggi si riaffaccia al mondo della risata intelligente con Andrea Tosatto. Il filosofo, psicologo, scrittore e stand up comedian sarà ospite il 4 maggio alle 20,30 alla sala polivalente dell’associazione I Solidali dietro la parafarmacia, in via Francesca in località Vergine dei Pini. Che effetto fa riportare un po’ di satira nella città di Giuseppe Giusti con uno spettacolo dal vivo che conta già diverse migliaia di spettatori? "Ne sono onorato, soprattutto sapendo che la satira manca dalla città da qualche anno. Inoltre sono un grande estimatore dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni che era in grande amicizia con Giuseppe Giusti delle cui poesie riconosco ancora l’attualità". Si può dire che la sua è una satira diversa? "Diciamo che la mia è una satira a 360 gradi. Più che fermarsi a una descrizione dal retrogusto amaro delle cose, è più attiva: si parla di tutto, si mette in discussione tutto e soprattutto è un elogio alla mente critica. Una rivisitazione in chiave moderna, senza pretese, del mito della caverna di Platone". C’è qualche personaggio pubblico in particolare che prenderà un po’ di mira durante lo spettacolo a Monsummano? "Non verrà risparmiato nessuno, né la Schlein proprio in questi giorni sotto i riflettori non solo della sua armocromista, né personaggi di destra. D’altra parte mi pare il minimo vista anche la mostra al momento in corso al museo d’arte contemporanea di Monsummano delle caricature di Frank Federighi". Quindi solo politica? "Assolutamente no. Comincerò da alcuni personaggi dell’impero romano passando per l’antartide e l’allunaggio proseguendo con Bin Laden, per finire al covid e al riscaldamento climatico". Cosa si aspetta dal pubblico? "Per me venire nel pistoiese è anche un ritorno a casa visto che mio zio paterno nacque proprio a Pistoia dove i miei nonni erano sfollati durante la seconda guerra mondiale. Il mio prozio, Giuseppe Malinverni che a 19 anni era già un vice comandante di brigata tra i partigiani rimase sui monti a combattere. Morì fucilato per rappresaglia, a guerra praticamente conclusa, dopo essere stato torturato alla casa dello studente di Genova".
Arianna Fisicaro