Coronavirus, un decalogo per combattere la paura

La psicologa Nicoleta Tudor invita la gente a non farsi prendere da eccessivi timori

La psicologa Nicoleta Tudor

La psicologa Nicoleta Tudor

Montecatini 28 febbraio 2020 - “La paura del coronavirus, a Montecatini come in tutta Italia, ha portato molte persone a isolarsi in un modo eccessivo per difendersi dal contagio. Lavoro in città da diversi anni e non mi è mai capitato di vedere un tale deserto lungo le strade”. Nicoleta Tudor, psicologa specializzata nei settori scolastico e forense, analizza i timori della gente davanti al rischi legati al coronavirus.

Perché le persone hanno così tanta paura?

“La paura nasce da ciò che non si conosce, da fenomeni improvvisi e impressionanti. Queste caratteristiche del coronavirus, come per gli attacchi terroristici, portano al panico, sollevando l’indignazione pubblica. La paura è un’emozione potente e indispensabile per la sopravvivenza della specie. E’funzionale solo se non compromette la nostra capacità di adattamento. Se diventa eccessiva rispetto ai rischi oggettivi si trasforma in panico e finisce per danneggiarci. Oggi, nel nostro paese, la paura ha portato a forme di ansia individuale e al panico collettivo”.

Cosa possiamo fare, dal punto di vista psicologico, per affrontare meglio il problema?

“Il consiglio nazionale degli ordini degli psicologi ha definito un decalogo antipanico per aiutare i cittadini ed evitare due errori possibili: sottovalutare o sopravvalutare il problema. Prima di tutto è necessario attenersi ai fatti: l’Organizzazione mondiale della sanità sottolinea come su 100 persone ammalate, 80 guariscono spontaneamente, 15 in un ambiente sanitario e solo cinque hanno problemi più gravi. Non bisogna confondere una causa unica con un danno collaterale: molti decessi non sono causati solo dall’azione del coronavirus. Finora si stima che siano100 volte inferiori a quelli che porta la normale influenza. Attenzione al panico collettivo, può portare stress, ansia e comportamenti irrazionali. Questi, a loro volta ci portano a ignorare i dati oggettivi o a commettere azioni rischiose. E’difficile, ma non impossibile, trovare un equilibrio tra emozioni e rischio oggettivo: la via è quella del ragionamento sui dati”.

Cosa  consiglia alla gente?

“Torniamo a vivere, siamo vivi e sani fino a prova contraria. I problemi si affrontano se e quando arrivano, fino ad allora restiamo tutti nella normalità. Se la paura e l’ansia creano un disagio, non bisogna aver timore di rivolgersi a uno psicologo”.