Il 'caso Paradiso' finisce in Parlamento

L'immobile venne confiscato alla banda della Magliana

Il complesso immobiliare dell'ex Paradiso

Il complesso immobiliare dell'ex Paradiso

Montecatini Terme, 23 aprile 2019 - Il caso dell’ex complesso alberghiero Paradiso di Montecatini Alto torna di nuovo all’attenzione del Parlamento. A portarcelo è la senatrice Barbara Masini di Forza Italia, che propone di cambiare la legge vigente così da poterlo demolire. «A Montecatini Terme, nella storica frazione medievale di Montecatini Alto – dichiara la parlamentare – sorge un ecomostro abbandonato e simbolo del degrado, noto come ex albergo Paradiso. Questo massivo fabbricato deturpa il paesaggio collinare e si impone alla vista come un elemento di disturbo. L’immobile venne costruito negli anni Settanta, in luogo di uno liberty di pregio, purtroppo incautamente demolito. Fin dalla sua costruzione, il destino di questa improvvida costruzione, che doveva essere destinata a cura e soggiorno, è stato segnato dall’incertezza della sua funzione, in un contesto così compresso per viabilità e servizi, sommata ad ambigue vicende dei possessori. Infatti la proprietà è passata nel 2001 alla Pirelli Real Estate, attraverso l’acquisizione del patrimonio del Credito Fondiario Toscano che nel 1985 aveva concesso un finanziamento di 4,8 miliardi di lire alla Vu.Ma. immobiliare di Roma, appunto costruttrice del nuovo edificio, controllata dalla Banda della Magliana e precedente proprietaria del cespite».

«Dopo un contenzioso durato anni – continua Masini – il bene è stato definitivamente assegnato all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc), le cui finalità secondo legge non consentono la demolizione degli edifici che entrano nel suo patrimonio, quale fine più adatto per questo complesso ormai irrecuperabile se non a costi altissimi. Per questo motivo ho interpellato i ministri dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare e della Giustizia, affinché valutino una modifica dell’attuale ordinamento giuridico, che consenta di demolire questo pessimo edificio, non a caso indicato quale ecomostro, portando in questo modo un consistente contributo in termini di rispetto dell’ambiente e di tutela del paesaggio e promuovendo anche presso la cittadinanza un principio ancora non permeato nell’immaginario collettivo del paese, che un fabbricato di pessimo livello che deturpa il paesaggio può e deve essere demolito».