"Chiediamo giustizia" Eccidio, lettera a Surer

L’appello dei sopravvissuti e dei parenti alla strage del Padule di Fucecchio "La memoria non basta più, adesso vogliamo i risarcimenti della Germania"

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Dopo il fallimento della giustizia internazionale sulla questione delle stragi nazifasciste in Italia, il "Gruppo di giustizia per le stragi e deportazioni" costituito dai sopravvissuti e dai parenti delle vittime anche dell’eccidio del Padule di Fucecchio, si rivolge all’avvocato tedesco Udo Sürer, figlio di un militare delle SS, Josef Maier, che fece parte di una formazione colpevole di massacri. L’avvocato tedesco infatti ha cambiato cognome, frequenta i luoghi delle stragi, ha fatto amicizia coi superstiti e i familiari, coltiva la memoria. È anche cittadino onorario di Fivizzano, un Comune fra i più colpiti, e insanguinato proprio da quella formazione e questo atteggiamento fatto più di fatti che di parole è molto apprezzato dai sopravvissuti, che hanno deciso di appellarsi a un suo aiuto per ottenere giustizia. "Ci rivolgiamo a lei – scrive in una lettera aperta il professor Lido Lazzerini a nome dei sopravvissuti – perché abbiamo notato il suo impegno sul tema delle stragi. Il suo caso è noto ed è anche cittadino onorario di Fivizzano, un Comune fra i più colpiti, e insanguinato proprio da quella formazione. Adesso Le chiediamo di spendersi, oltre che per la memoria, anche per la giustizia. Quella penale, purtroppo, è una partita persa per gli italiani, per gli antifascisti e per la civiltà europea e umana. La giustizia civile, invece, è ancora possibile, perché alle vittime spettano i risarcimenti". Se è vero infatti che gli ergastoli per i quattro militari nazisti colpevoli della morte dei 174 innocenti del Padule di Fucecchio il 23 agosto 1944 sono giunti tardivi e quando le ex Ss erano ormai ultranovantenni è anche vero che i risarcimenti per le perdite non sono mai arrivati né alle famiglie, né agli enti territoriali colpiti dal tributo di sangue che furono costretti a subire. "Le famiglie italiane che hanno diritto a queste somme sono moltissime, ma la Germania deve pagare e ne ha i mezzi. Siamo convinti – conclude Lazzerini a nome dei familiari delle vittime – che lei conosca le solide ragioni giuridiche delle vittime, e che si renda conto che la sola memoria non basta. In questo momento di fermenti nazisti e fascisti, giustizia significa prevenzione. Il risarcimento ha un effetto dissuasivo: i crimini non restano senza conseguenze. Le chiediamo di: schierarsi pubblicamente affinché lo Stato tedesco paghi i risarcimenti economici; ricordare questo dovere nelle occasioni pubbliche cui partecipa; come avvocato, impegnarsi come ritiene possibile perché i diritti dei familiari delle vittime, per le cause da intentare in Germania, abbiano un’efficace tutela, se necessario anche dinanzi alla Corte europea dei diritti dell’uomo".

Arianna Fisicaro