Cittadinanza onoraria al generale Maruccia

Ha comandato la Compagnia dei carabinieri dal 1985 al 1989

Il sindaco Bellandi e il generale Maruccia durante la cerimonia (Foto Goiorani)

Il sindaco Bellandi e il generale Maruccia durante la cerimonia (Foto Goiorani)

Montecatini, 8 aprile 2018 - «Ricevere la cittadinanza onoraria di Montecatini è per un grande onore. Io e mia moglie abbiamo un profondo legame affettivo con questa terra». Il generale di corpo d’armata Gaetano Maruccia, Capo di Stato Maggiore dei carabinieri, ha commentato così il riconoscimento ricevuto ieri mattina dal sindaco Giuseppe Bellandi, durante la cerimonia organizzata nella sala del consiglio comunale. La sua esperienza di giovane ufficiale, alla guida del comando di Compagnia dell’Arma dal 1985 al 1989, ha dato il via alla sua brillante carriera.

Numerosi carabinieri, in servizio e in congedo, sono venuti a festeggiarlo, insieme ai vertici locali e provinciali della polizia e al prefetto Angelo Ciuni. Non sono mancati anche i cittadini che da molti anni hanno mantenuto un saldo rapporto di amicizia con il generale Maruccia. Il sindaco ha sottolineato la sua soddisfazione nel poter concedere questo riconoscimento. «Ci sono momenti – ha detto – nei quali guidare l’amministrazione è davvero un privilegio. Oggi ringraziamo una personalità che, partendo da questa terra, ha realizzato un percorso davvero importante. Il generale Maruccia rappresenta l’Arma, impegnata ogni giorno, insieme alle altre forze dell’ordine, a proteggere i cittadini. Il conferimento della cittadinanza onoraria a lui è stata una decisione presa all’unanimità dal consiglio comunale lo scorso 30 novembre. Il suo alto senso del dovere e le sue doti umane hanno lasciato il segno in questo territorio». 

Maruccia ha ricordato il criterio con cui, oltre trent’anni fa, venne trasferito a Montecatini. «Stavo reggendo una tenenza in Sardegna – ha spiegato – quando i vertici dell’Arma, che in quel periodo spostavano gli ufficiali da Nord a Sud e viceversa, mi comunicarono del trasferimento in questa città. I primi due-tre mesi a Montecatini rimasi un po’ disorientato, lo dico con grande emozione. Poi sono riuscito a calarmi in questa realtà, con la quale io e mia moglie abbiamo mantenuto uno stretto rapporto, grazie a rapporti umani davvero importanti. Montecatini evoca anche sentimenti molto intensi, a causa di un’esperienza drammatica e difficile da noi vissuta. Abbiamo superato questo triste momento grazie all’amicizia della gente. Questi quattro anni mi hanno arricchito, dal punto di vista umano e professionale. Intendo estendere questo riconoscimento ai carabinieri di ieri e di oggi. Un comandante deve essere tutore dei suoi uomini, ma senza di loro non è niente».