Anziana immobilizzata nel letto dai banditi. "Ero terrorizzata, ho ancora i lividi"

Donna aggredita, notte da incubo a Ponte Buggianese

Sul fatto indagano i carabinieri (Foto Castellani)

Sul fatto indagano i carabinieri (Foto Castellani)

Montecatini 18 marzo 2018 - «Dammi i soldi o ti ammazzo». Momenti interminabili di terrore per una signora di 79 anni, Annamaria, di Ponte Buggianese, che intorno alle 21 e 30 di venerdì sera, si è vista piombare nella sua casa in zona Vione, nella sua stanza da letto, uomini dal volto coperto che le hanno puntato una torcia accesa negli occhi e l’hanno minacciata per portarle via i ricordi di una vita.  «Uno mi teneva forte i polsi e le mani e mi ha lasciato i lividi – racconta la signora, mostrando i segni sulle mani – ma il dolore fisico è poco rispetto a quello morale, di vedere violata la propria casa e di vedersi portare via ricordi di famiglia carissimi, anche legati a momenti passati con mio marito che, purtroppo, è morto. Chissà se ce la farò a recuperarli, vorrei tanto». 

Annamaria ha avuto molto coraggio e riflessi pronti: «Ad un certo punto – racconta seduta in cucina, vicina alla figlia – ho detto a uno di loro che non avevo soldi in casa e che l’indomani mattina sarebbe potuto venire con me nella mia banca, perché il denaro lo avevo lì. Lui però non ha voluto sentire ragioni ed insisteva. Nel frattempo un altro rovistava dappertutto: mi hanno messo tutto a soqquadro ed hanno rubato soldi, gioielli e il cellulare. Credo che mi abbiano portato via il telefonino anche per impedirmi di chiedere aiuto troppo in fretta. Il telefono fisso è in un angolo della casa e non è facile notarlo: penso che loro non lo avessero visto. Invece, quando sono scappati, a bordo di un’auto – credo fossero in tre – ho utilizzato proprio il telefono fisso per chiamare la mia cara vicina di casa e chiedere aiuto. I vicini hanno chiamato i carabinieri che sono corsi subito qui». 

Tutto è cominciato da un rumore insolito che Annamaria ha sentito in casa: «Ero in camera da letto, tranquilla. Ad un certo punto, ho sentito un rumore. Non ho fatto in tempo a sedermi sul letto ed accendere l’abat-jour che, dalla porta, sono apparsi quegli uomini con il volto coperto, credo da un passamontagna. Ricordo che erano alti e longilinei. Mi hanno svitato la lampadina dall’abat-jour e puntato la luce della torcia negli occhi. Uno dei due mi ha tenuto ferma seduta a letto, stringendomi forte polsi e mani. Per entrare hanno forzato la porta di casa. Da ora in poi, però – sottolinea – a parte che in casa non ho più nulla da rubare, installerò nuovi allarmi e telecamere».